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 Tribunale della rota di Macerata

Livello di descrizione: fondo
Consistenza:  filze, regg. e voll. 4.907
Estremi cronologici:  (1589-1808)
Mezzi di corredo:  Inventario sommario

Nota archivistica
L'archivio venne riordinato nella seconda metà del sec. XVIII con la ricostituzione dei fascicoli processuali che vennero poi riuniti in ordine cronologico in volumi, corrispondenti alle città principali della Marca soggette alla giurisdizione rotale e comunità da esse dipendenti. Vedi anche Comune

informazioni storico-istituzionali

soggetto produttore
Tribunale della rota di Macerata
Nota storica
Venne istituito in Macerata da Sisto V con la bolla del 15 mar. 1589, Romanus pontifex, con la quale dettava anche le norme fondamentali circa la competenza e la procedura del tribunale ed alla quale fecero seguito parecchi altri provvedimenti pontifici. Pur non mancando di competenza di primo grado, era soprattutto tribunale di appello; lo componevano cinque uditori, quattro dei quali erano di diritto pontificio mentre il quinto veniva nominato dal consiglio di credenza di Macerata che provvedeva anche alla nomina dei notai rotali; duravano in carica cinque anni; una seconda nomina poteva avvenire solo dopo un quinquennio. Un ufficio particolare della rota era quello di pretore della rota e podestà di Macerata, esercitato a turno annuale da ognuno dei cinque uditori. Questi, sotto certi aspetti, regolava l'attività del tribunale e manteneva i contatti con il governatore della Marca e le altre autorità; come podestà di Macerata, esercitava le funzioni attribuite a questo giudice dallo statuto di Macerata. La rota poteva giudicare tutte le cause " civiles tam profanas quam ecclesiasticas ac meras et mixtas...nec non ac criminales in quibus appelationis locus fuerit "; tuttavia l'attività della rota in materia criminale fu sempre limitata, mentre per quanto riguardava la materia ecclesiastica vi furono continui tentativi dei vescovi e delle autorità ecclesiastiche della regione di sottrarsi alla competenza rotale. Territorialmente estendeva la propria giurisdizione sulla intera regione, ad esclusione del ducato di Urbino (già sede di rota), compresi quindi tutti i grandi centri: Ancona, Fermo  [In provincia di Ascoli Piceno ]  Ascoli (Ascoli Piceno), Camerino, Jesi  [In provincia di Ancona ]  ed altri; salvo poche eccezioni, alla rota erano soggetti tutti gli abitanti della Marca, compresi i membri degli ordini religiosi. Come tribunale di appello giudicava in seconda e, ove ammesso, in ulteriore istanza le cause, soprattutto civili, già decise dai vari tribunali della Marca. La procedura rotale era diversa secondo il valore dell'oggetto dedotto in giudizio; solo le cause maggiori erano decise collegialmente. Avverso le sentenze rotali poteva essere ammesso un secondo appello alla stessa rota o ad uno dei tribunali romani. Soppressa una prima volta nel 1798 e quasi subito ricostituita, la rota venne nuovamente soppressa con la repubblica romana. Ripristinata ancora con l'occupazione austriaca, assunse il nome di cesarea regia pontificia rota di Stato e venne anche munita di tutte le facoltà della Segnatura romana; con l'editto Consalvi del 25 giu. 1800 riprese l'antico nome ed il vecchio sistema giudicando sino al maggio 1808
Bibliografia
BIBL.: F. RAFFAELLI, Sunto istorico... cit., p. 9; L. ZDEKAUER, Sulle fonti... cit., p. 75; F. BARTOLAZZI, L'archivio della s. rota in Macerata, in Atti e memorie del gruppo di studiosi del circondario di Macerata aderenti alla r. deputazione di storia patria per le Marche, III (1925-1926), pp. 45-46; G.SPADONI, op. cit., p. 16; F.M. PONZETTI, op. cit., p. 157; Sezione di Archivio di Stato di Macerata. cit., p. 38; G. COTOGNI, La s. rota di Macerata, in Atti e memorie della deputazione di storia patria per le Marche, s. VII, VIII (1953), pp. 25-47; P. CARTECHINI, Fonti... cit., pp. 24-25; ID., Saggio di fonti per la storia di Urbisaglia... cit., p. 47; ID., L'archivio della rota maceratese, in Studi maceratesi, n. 10, 1976, pp. 319-410; U. SANTARELLI, L'archivio della rota maceratese: una proposta di lavoro, ibid., pp. 411-418; M. TROSCE', La società maceratese attraverso gli atti del tribunale della rota, ibid., pp. 419-423

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