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 Consultori in jure

Livello di descrizione: fondo
Consistenza:  filze, voll. e regg. 593
Estremi cronologici:  (1606-1797, con docc. in originale dal sec. XIII, in copia o transunto dal 585, e docc. fino al 1798)
Mezzi di corredo:  Inventario fine sec. XIX e indice alfabetico, onomastico, toponomastico e per materia delle prime 138 filze, per lo più di materiale sarpiano; inventari e indici parziali a stampa

Nota archivistica
Il complesso documentario riferibile ai consultori subì vari rimaneggiamenti già nei secc. XVII-XVIII e molte filze allora rilegate sono miscellanee; vi sono collegamenti con la serie Materie miste notabili e con il fondo della Camera dei confini . Materiale di varia natura, di massima spettante alla secreta, vi fu certamente incluso anche nel secolo scorso per affinità di argomento, ma sarebbe ormai impossibile riconoscerlo e separarlo dal fondo.Data la situazione del fondo i dati forniti sono appena indicativi. Per le seriette dei singoli consultori le date si riferiscono alla documentazione oppure al periodo del loro mandato; molti consulti sono sottoscritti da due o più consultori. Sono descritte soltanto le serie principali

informazioni storico-istituzionali

soggetto produttore
Consultori in jure , Venezia
Nota storica
Fin dall'inizio del Trecento i massimi organi veneziani fecero ricorso più o meno occasionalmente e per questioni determinate al parere di giuristi sudditi o forestieri, spesso docenti a Padova. Le nomine divennero più regolari e frequenti nel sec. XVI ed i prescelti ebbero specifica competenza nel settore del diritto canonico ed ecclesiastico, in quello giurisdizionale, feudale e dei conlini. Il 28 genn. 1606 fra' Paolo Sarpi fu nominato dal senato consultore teologo, primo tra gli ecclesiastici appartenenti quasi sempre all'ordine dei serviti ma qualcuno anche al clero secolare, che si susseguirono nell'incarico fino alla caduta della repubblica, affiancati dai consultori laici. Il consultore ecclesiastico o il suo coadiutore provvedevano inoltre alla revisione di bolle, brevi e " patenti che vengono di fuori dello Stato nostro " per la concessione dell'exequatur; la serie relativa, dal 1643, si conserva in Collegio ( risposte a brevi licenziati ). I consultori avevano accesso alla secreta e presentavano i loro pareri secondo la normale procedura, ma non avevano ufficio a palazzo e non esisteva un loro specifico archivio: gli originali dei consulti erano conservati nelle filze delle deliberazioni del senato o in altre posizioni della secreta, mentre le minute rimanevano presso di loro. Solo alla morte del Sarpi (15 genn. 1623) il senato dispose che tutte le sue carte di interesse pubblico, conservate nel convento dei servi, fossero consegnate alla secreta, ed altrettanto avvenne per i successori; in più casi i consulti furono trascritti a registro. si formò così una sorta di archivio a posteriori, composto dagli archivi propri dei singoli consultori e già all'inizio arricchito da altri documenti inerenti alle questioni da essi trattate, raggruppati in parte per materia
Bibliografia
BIBL.: Da Mosto, I. p. 79. B. CECCHETTI, La Repubblica di Venezia e la Corte di Roma nei rapporti della religione, II, Venezia 1874, pp. 401-460 [inventario analitico delle prime 138 filze]; D. TASSINI, I friulani (ignoti) " consultori in iure " della Repubblica di Venezia, I, Don Antonio di Montegnacco, Udine 1908 [con inventario] dei consulti], II, Frate Paolo Celotti, Tarcento 1909 [con indice per materia dei consulti], III, Frate Enrico Fanzio, Udine 1910 [con indice per materia dei consulti]; C. PIN, Le scritture pubbliche trovate alla morte di fra Paolo Sarpi nel convento dei Servi, in Memorie dell'accademia delle scienze di Torino, s. V, II (1978), pp. 311-369; I consulti di Fulgenzio Micanzio. Inventario e regesti a cura di A. BARZASI, Pisa 1986
Altri strumenti di ricerca:Unità di descrizione omologa all'interno del SiASVe - Sistema informativo dell'Archivio di Stato di Venezia

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