albero raccoglitore

 Giudici del piovego

Livello di descrizione: fondo
Consistenza:  bb. 169
Estremi cronologici:  (1514-1797, con docc. in copia dal 1224 ed estratti e copie di documenti dal 982); pergg. in b. 1 (1477-1610)
Mezzi di corredo:  Inventario 1876, non sempre accurato

Nota archivistica
Il fondo è in prevalenza cinque-settecentesco. Non vi si conservano veri capitolari, bensì copie e regesti dei secc. XVII-XVIII delle parti dal primo Duecento al 1788, bb. 2 (con 1 registro). Il codice del piovego, contenente le sentenze in materia d'acque dal 1282 alla metà del Trecento, nelle quali sono trascritti o riassunti documenti prodotti dalle parti (dal 982), è qui presente in due copie, rispettivamente del 1764 e del 1810  [Il codice fu scoperto nel 1746 da Tommaso Temanza nell'archivio del magistrato alle acque. L'originale si trova oggi al civico museo Correr]  . Il fondo è inventariato, con errori, nell'indice antico dei giudiziari, vedi Curie o Corti di palazzo . Serie principali

informazioni storico-istituzionali

soggetto produttore
Giudici del piovego , Venezia
Nota storica
Predecessori dei giudici del piovego (pubblico) furono nel corso del Duecento alcuni uffici di vario titolo e attribuzioni, più volte unificati e nuovamente divisi, competenti da un lato sulle acque pubbliche e sui collegamenti interni della città per via di acqua e di terra (pro ripis et pro viis publicis e pro viis de canali, 27 sett. 1224, Liber Plegiorum; super canales, rivos et piscinas, 28 ag. 1272, maggior consiglio; super pontibus et viis civitatis Rivoalti), dall'altro sulla repressione dell'eresia e dell'usura intesa in senso ampio, come materie coinvolgenti i supremi interessi dello stato (super patarenis et usurariis, 14 febbr. 1256, doge e minor consiglio).
Detti uffici furono talora ricostituiti durante il primo periodo di attività dei super publicis (publicorum comunis), poi giudici del piovego.
Questi ebbero origine grazie alle parti del maggior consiglio 7 lu. 1282 e 19 set. 1290, con funzioni giudiziarie, al fine di verificare e stabilire mediante sentenza la condizione giuridica degli specchi d'acqua, paludi e barene dell'intera laguna, a tutela delle proprietà del comune e contro pretese e usurpazioni di privati - persone, famiglie, enti ecclesiastici o civili - invitati pertanto a fornire prove documentarie o testimoniali del loro legittimo possesso almeno centenario.
Con il dilatarsi delle competenze a funzioni anche amministrative, volte sempre alla salvaguardia dei diritti pubblici in campo - potremmo dire - urbanistico, spettò in seguito al magistrato il rilascio delle licenze di costruzione e di occupazione di aria e di suolo pubblico.
Esso giudicava inoltre le cause per lavori abusivi; nel penale invece quelle relative a lettere di cambio false e a private scritture e contratti illeciti e iniqui sia a Venezia che nello stato, con potere di inquisizione nei confronti di ebrei e cristiani, di veneti e forestieri. Nel civile era giudice definitivo entro cifre modeste
Bibliografia
BIBL.: DA MOSTO, I, p. 95. M. ROSERTI, Le magistrature giudiziarie... cit., I, pp. 199-206, II, pp. 255-303 [con l'edizione dei capitolari duecenteschi dal cod. Secreta, Capitolari antichi ex-Miscell. Cod. 133, vedi Capitolari antichi riformati nel 1376 , e di altri documenti]; Codex publicorum (Codice del Piovego), I, a cura di B. LANFRANCHI STRINA, Venezia 1985 (Fonti per la storia di Venezia. Archivi pubblici); F. CAVAZZANA ROMANELLI, Restauri a Venezia nel Settecento: le " licenze dei giudici del Piovego ", in Restauro e città, II (1985), pp. 15-27 [con docc. inediti e con una " Nota archivistica "]
Altri strumenti di ricerca:Unità di descrizione omologa all'interno del SiASVe - Sistema informativo dell'Archivio di Stato di Venezia

vai sul padreprecedenteprossimovai al primo figlio
vai