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 Fori civili

Livello di descrizione: fondo
Consistenza:  regg. 4.810, voll. 2, bb. 261, filze 3.702 e 1 fascicolo
Estremi cronologici:  (sec. XVI-1803)
Mezzi di corredo:  Inventario 1997

informazioni storico-istituzionali

soggetto produttore
Tribunale della rota di Bologna
Foro civile del legato di Bologna
Nota storica
Sotto il nome di "Fori civili" si comprendono gli archivi dei due principali tribunali civili attivi a Bologna nei secoli XVI-XVIII: il tribunale della Rota ed il foro civile del Legato. Il foro civile era la sede in cui il legato ed il vicelegato esercitavano le proprie facoltà in materia di giustizia civile, personalmente o per mezzo di giurisperiti di fiducia., solitamente un auditore generale, un auditore di camera del legato ed un auditore di camera del vicelegato. Al legato potevano essere portate tutte le cause civili, di giurisdizione contenziosa e volontaria, sia in primo grado che in appello. Ad istanza di una delle parti il legato poteva, inoltre, avocare una causa già in corso presso un altro tribunale cittadino ed affidarla ad un auditore del proprio o di altri fori (la Rota, il Foro dei mercanti, il Foro arcivescovile), come giudice commissario.Il tribunale della Rota venne istituito nel 1535. Al nuovo tribunale, di emanazione cittadina, era affidata l'amministrazione della sola giustizia civile. Alla Rota erano affidate la giurisdizione contenziosa, nei vari gradi di giudizio, e quella volontaria; le cause portate davanti al tribunale venivano esaminate e decise collegialmente. Le cancellerie di entrambi i tribunali erano formate da uffici o "scabelli" occupati da notai cittadini, che ricoprivano la funzione di attuari inquadrati rispettivamente nei collegi o decanati della Rota e del foro civile. L'incarico era ricoperto a vita. e poteva essere trasmesso per via ereditaria. Il Decano di ciascun collegio custodiva tali scritture nel periodo di vacanza dello scabello attuariale. e le consegnava al successore nell'ufficio" (da T. Di Zio, Introduzione all'inventario). Tanto la Rota quanto il foro civile del legato non avevano un proprio archivio: gli atti giudiziari venivano conservati dal notaio attuario che li aveva redatti o ricevuti. Da ciò deriva l'attuale struttura dell'archivio dei Fori civili: si tratta infatti dell'insieme degli archivi dei notai attuari, che rimanevano proprietari e custodi della documentazione giudiziaria di competenza dello scabello. La documentazione pervenuta a formare il complesso denominato "Fori civili" è probabilmente solo una parte. di quella prodotta dai tribunali concorrenti della Rota e del foro civile legatizio. Nel corso del tempo molti archivi attuariali. vennero versati all'Archivio pubblico. Nel 1770 erano presenti nell'Archivio pubblico gli atti di 192 attuari attivi a partire dalla metà del sec. XVI; di questi nel 1774 venne redatto un campione: i notai vi si trovano elencati in ordine alfabetico. La soppressione degli antichi tribunali, conseguente al nuovo assetto istituzionale napoleonico, determinò una più sistematica riunione degli archivi attuariali: nel 1804 gli archivi detenuti dai notai dei cessati scabelli vennero concentrati nel Grande archivio civile, nuova denominazione dell'Archivio pubblico, e nel 1807 l'insieme degli archivi giudiziari civili confluì nel Grande archivio degli atti civili e criminali. Infine nel 1885 l'archivio degli atti civili e criminali venne trasferito nell'Archivio di Stato recentemente costituito
Bibliografia
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