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 Comune di Forlì

Livello di descrizione: fondo
Consistenza:  voll. e bb. 1.834
Estremi cronologici:  (1491-1807);pergg. 55 (1258-1797: secc. XIII 1, XIV-XVIII 54)
Mezzi di corredo:  Inventario 1963-1978

Nota archivistica
Sostanzialmente il fondo inizia col 1491; è andata perduta tutta la documentazione del libero comune, della signoria degli Ordelaffi e in genere tutta la documentazione anteriore alla definitiva conquista papale ad eccezione di una pergamena del 1258, recante modifiche statutarie, e del cosiddetto libro Madonna (1° gennaio 1491-17 febbraio 1504), che si riferisce alle signorie di Caterina Sforza (1488-1499) e di Cesare Borgia (1499-1503) e all'ultimo fugace ritorno degli Ordelaffi (1503-1504)
L'archivio del comune fu ordinato ed inventariato una prima volta nel 1804, ma gli inventari delle varie serie sono andati perduti. Verso la fine del secolo scorso fu di nuovo ordinato ed inventariato da Brando Brandi, il quale purtroppo dovette constatare notevoli perdite rispetto alla consistenza del 1804. Alcuni guasti erano del resto già avvenuti anche prima di questa data: ciò spiega la frammentarietà di diverse serie
Le date che oltrepassano il 1796 si spiegano con la continuazione, nei primi tempi del periodo napoleonico, del vecchio apparato amministrativo e del suo sistema di formazione degli atti

informazioni storico-istituzionali

soggetto produttore
Comune di Forlì
Nota storica
Il 1504 fu l'anno della definitiva conquista papale e dell'entrata della città nella compagine dello Stato pontificio. Ciò portò mutamenti di rilievo nell'organizzazione del comune: con riforme, introdotte al tempo di papa Giulio II  [Presso la biblioteca comunale di Forlì si trovano importanti manoscritti concernenti queste riforme ed altre notevoli situazioni cittadine, nonché gli statuti cittadini del 1359, uno statuto daziario e uno sull'arte della lana ]  al consiglio dei Quaranta furono sostituiti il consiglio generale e il consiglio segreto, e agli anziani i conservatori - ai quali, in numero di sei, veniva demandato il potere esecutivo - mentre un governatore, nominato dalla Santa Sede e dotato di vasti poteri, veniva a insediarsi nella città. Speciali consigli, chiamati a decidere nei diversi rami amministrativi, erano costituiti dalle congregazioni
La città fece parte, appunto dal 1504, della provincia di Romagna; questa era governata con ampi poteri da un cardinal legato che spesso delegava o comunque si associava un vice legato, chiamato presidente di Romagna, che esercitava effettivamente il governo sedendo in Ravenna  [Una parte della documentazione prodotta dalla legazione di Romagna, peraltro assai lacunosa, si conserva presso l'AS Ravenna, mentre la parte relativa agli affari politici e riservati è conservata nell'Archivio segreto vaticano dove fu trasferita alla fine del '700. Tale documentazione riguarda naturalmente anche il territorio dell'attuale provincia di Forlì ]  Perduta così ogni autonomia politica la città conservò tuttavia, sostanzialmente, il sistema amministrativo precedente: continuò ad esempio a sussistere l'organizzazione del contado e del distretto, territori caratterizzati da una particolare condizione giuridica
Il comune riscuoteva sia le proprie imposte che quelle camerali da versare allo Stato. Nel 1615 furono emanati nuovi statuti in sostituzione dei precedenti, anche se ormai nei secc. XVI, XVII e XVIII fu la legislazione dello Stato, emanata a Roma o a Ravenna, ad attuare mutamenti e riforme
Bibliografia
BIBL.: B. BRANDI, L'archivio storico del comune di Forlì, Roma 1892; A. GARZANTI, Il comune di Forlì nella prima parte del sec. XVI, Forlì 1908

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