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 Comune di Camerino

Livello di descrizione: fondo
Consistenza:  bb., regg. e voll. 1.013
Estremi cronologici:  (1345-1808, con docc. in copia dal 1207 e fino al 1856); pergg. 190 (sec. XIII-1822: secc. XIII 47, XIV-XIX 143)
Mezzi di corredo:  Inventario parziale 1903

Nota archivistica
L'archivio ha subito gravi danni in varie vicende cittadine come il sacco del 1259, quello del 1499 ed il terremoto del 1799; per tali motivi manca, salvo alcuni documenti isolati, la documentazione cartacea anteriore al sec. XVI. L'archivio fu riordinato verso i primi del secolo, con criteri non sempre ortodossi, dal segretario comunale, che ne redasse anche l'inventario per gli anni anteriori al 1808.

informazioni storico-istituzionali

soggetto produttore
Comune di Camerino
Nota storica
Già nel sec. XII Camerino appare libero comune con un proprio governo consolare. Dopo la distruzione operata nel 1259 da Percivalle Doria, vicario di re Manfredi, la città venne ricostruita per impulso e sotto la guida di Gentile da varano che poneva così le basi per la ulteriore fortuna della sua casa e raggiungeva una prima. meta con la signoria sulla città concessagli da Alessandro IV e confermatagli da Nicolò III. Intanto il comune, attraverso una decisa politica espansionistica, riusciva ad assicurarsi il controllo di tutta una vasta zona circostante comprendendo anche il centro di Visso, fino a raggiungere i confini del ducato di Spoleto. Nell'ambito di questo vero e proprio Stato camerinese, avevano una particolare posizione le cosidette terre raccomandate: i quattro comuni di Sefro, Serrapetrona, Sant'Anatolia (Esanatoglia) e Camporotondo (Camporotondo di Fiastrone)I Varano a loro volta dominarono per oltre tre secoli ed in forma più o meno diretta Camerino ed il suo stato trasformando a poco a poco il comune in governo signorile; questa politica raggiunse il suo culmine nel 1515, quando Giovanni Maria Varano - che aveva recuperato lo stato dopo l'occupazione di Cesare Borgia -- ricevette da Leone X l'investitura dello stato ed il titolo di duca. La figlia di Giovanni Maria e di Caterina Cybo, Giulia, andando sposa a Guidobaldo della Rovere, portò in dote il ducato di Camerino, che venne così unito a quello di Urbino, unione che durò ben poco in quanto il della Rovere, su pressione del papa, dovette rinunciare a Camerino che venne data a Pier Luigi Farnese. Passato questi a Parma nel 1545, Camerino entrò sotto il diretto dominio della santa sede che vi inviò un legato nella persona del card. Durante de Durantis, cui si deve la completa riorganizzazione dello stato su basi politico amministrative rigidamente accentrate. Tale situazione rimase inalterata sino all'occupazione francese del 1798
Bibliografia
BIBL.: Archivi Marche, pp. 90-91 M. SANTONI, Il libro rosso del comune di Camerino (1207-1336), in Archivio storico per le Marche e per l'Umbria, II (1885), pp. 37-62; E. SPADOLINI (pseud. dott. Armonia), L'archivio segreto del comune, in Chienti e Potenza, XVI (1902), p. 14; V.E. ALEANDRI, Il riordinamento del nostro archivio municipale, ibid., XVII (1903), p. 14; COMMISSIONE DI DEMOGRAFIA STORICA, s. II, II, pp. 767-770; E. LODOLINI, saggio di fonti per la storia del risorgimento in inventari di archivi comunali, in Rassegna storica del risorgimento, XXVIII (1950), p. 253; Camerino, suo stato e ducato...cit., passim; ARCHIVIO DI STATO DI MACERATA, Momenti ed aspetti di vita maceratese e marchigiana dai comuni al risorgimento. Mostra documentaria. Dic. 1974-genn. 1975. catalogo a cura di P. CARTECHINI e G. AVARUCCI, Macerata 1974; Statuta comunis et populi civitatis camerini (1424), a cura di F. CIAPPARONI, Napoli 1977

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