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 CAMERA MARCHIONALE POI DUCALE ESTENSE

Livello di descrizione: fondo complesso

Nota archivistica
Solo un approfondito studio istituzionale  [Reso particolarmente difficile dall'assenza pressoché assoluta non solo di quelle norme statutarie che caratterizzano i regimi comunali e repubblicani, ma anche di regolamentazioni organiche ad uso interno degli uffici.]  e una radicale revisione dell'ordinamento che pure si presenta abbastanza buono in superficie, potrebbero dirci fino a qual punto il complesso documentario, costituito per grandissima parte da registri di conti, sia stato oggetto di rimaneggiamenti; certo è stato vittima di rilevanti perdite al principio del secolo scorso, tanto che, almeno per il periodo modenese, sarebbe più giusto parlare di quanto ci resta di un archivio piuttosto che non di un archivio organicamente pervenutoci. ciò spiega perché alcune serie fondamentali si interrompano presto, e comporta comunque che quasi tutte presentino gravi lacune; senza per questo togliere al fondo la sua fondamentale importanza.
I vecchi strumenti di ricerca, disorganici, frammentari e non sempre corrispondenti all'ordinamento attuale, anche se abbastanza ricchi per alcuni settori (non mancano addirittura regesti-estratto di qualche registro o gruppo di filze), sono affiancati per i fondi e serie più consultati da inventari recenti. Di quello che era il nucleo centrale dell'archivio si conservano inventari settecenteschi (vedi Vecchi inventari e note d'archivio ), sui quali sono stati contrassegnati già nel 1855 i pezzi rimasti e tuttora esistenti

informazioni storico-istituzionali

soggetto produttore
Camera marchionale estense, Modena poi Camera ducale estense, Modena
Nota storica
Vasto e articolato complesso riflettente l'attività della camera, insieme di uffici che può forse considerarsi il più antico nel quale si sia concretata l'organizzazione dello stato signorile e il cui compito era quello di amministrare le entrate e le spese di ogni natura (patrimoniale, demaniale e fiscale per le entrate; pubblica e privata, di Stato, di corte e di casa per le spese) che comunque fossero di spettanza e pertinenza del principe come tale, oppure della famiglia regnante e, entro certi limiti, dei suoi singoli membri. capi della camera, almeno fino alla seconda metà del sec. XVIII, erano i fattori generali, di norma in numero di due, procuratores del principe in materia economica e finanziaria e costituenti collegialmente il tribunale fattorale ; essi erano affiancati da un consultore e da un sindaco, ed avevano alle loro dirette dipendenze un esattore, un tesoriere, uno o più notai camerali per la stesura degli atti e diversi mastri dei conti per la tenuta delle principali registrazioni contabili (computisteria di camera). Su questo organismo centrale gravitavano tuttavia, oltre alle contabilità particolari degli addetti ai diversi settori di gestione (talora vere e proprie aziende), quelle degli ufficiali responsabili della tenuta del patrimonio mobiliare e delle spese di " casa ", quelle delle castalderie (tenute allodiali), quelle delle amministrazioni dei singoli principi e quelle, infine, degli operatori (massari, camerlenghi, appaltatori) preposti alla riscossione delle competenze camerali (dazi, ecc.) nelle varie circoscrizioni o " paesi " dello Stato
Bibliografia
BIBL.: P. SITTA, Saggio sulle istituzioni finanziarie del ducato estense nei secc. XV e XVI, in Atti della deputazione ferrarese di storia patria, III (1891), pp. 90-254

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