soggetto produttore
Il territorio circostante la città di Pistoia fin dai tempi più antichi ebbe un'unica amministrazione che faceva capo alla cancelleria delle cortine. Questa amministrava i vari comunelli o popoli del territorio divisi secondo le porte della città; la cortina di Porta Carratica comprendeva i popoli di: Bonelle, Canapale, Chiazzano, Masiano, Pacciana di sotto, Pacciana di sopra, Piuvica, San Bastiano, San Piero casa al vescovo, Sant'Angiolo; la cortina di Porta San Marco i popoli di: Acqualunga, Baggio e Iano, Bigiano, Candeglia, Capannelle, Ciriegiano e San Moro, Crocetta, Lupicciano in Val di Bure, San Quirico, Sant'Agostino, Santo Mato; la cortina di Porta Lucchese i popoli di: Castelnuovo, Celle, Ciriegiole, Fillone, Fontana e Collina, Gabbiano, Gropoli, Ramini, Sala, San Pantaleo, Solaio, Spazzavento, Vicofaro, Vincio; la cortina di Porta al Borgo i popoli di: Arcigliano, Barbatole, Burgianico, Cassarese, Cireglio fiume in là, Cireglio fiume in qua, Gello, Gora, Piazza, Pracchia, San Felice, San Giorgio, San Mommé, San Piero a Brandeglio, San Romano, Sarripoli, Satornana, Torbecchia, Villa di Castagno, Villa di Fabbiana, Villa di Piteccio, Uzzo. Dopo il 1777
[Cfr. motuproprio 10 sett. 1777 (Bandi Toscana, cod. VIII, CXIV) ]
la cancelleria delle cortine cessò di essere autonoma e si fuse con la cancelleria comunitativa di Pistoia che venne a ricomprendere la città e le quattro cortine (vedi
Cancelleria comunitativa di Pistoia e delle cortine
). Il cancelliere delle cortine, di nomina granducale, controllava l'amministrazione dei camarlinghi dei vari comunelli rivedendone i conti, vigilava sulle cautele e assicurazioni che dovevano dare i vicari e infine presiedeva all'estimo. Il primo cancelliere stabile delle cortine fu nominato dal granduca nel 1611; prima di allora le funzioni del cancelliere, per quanto riguardava la revisione della gestione dei vari vicari e camarlinghi, erano esercitate dal cavaliere di corte del commissario di Pistoia