Organo collegiale costituito in rappresentanza degli abitanti del regno per far conoscere i loro bisogni e desideri, per dare suggerimenti alla pubblica amministrazione ed esercitare funzione di vigilanza sugli enti locali.
La patente imperiale 24 apr. 1815 (
Raccolta governo Lombardia , 1815, n. 27;
Collezione province venete , 1815, n. 44) ne aveva stabilito l’istituzione in esecuzione della patente sovrana 7 apr. 1815. Le congregazioni centrali iniziarono la loro attività con il 1° febbraio 1816. Erano composte ciascuna da due rappresentanti (uno dei possidenti nobili, uno dei possidenti non nobili) delle province e da un rappresentante delle città regie, che venivano chiamati “deputati”.
I deputati erano nominati dal sovrano su una terna trasmessa dalla stessa congregazione centrale, ma proposta dalle amministrazioni comunali. La congregazione centrale era presieduta in Milano dal governatore della Lombardia, a Venezia dal governatore del Veneto: formalmente era sottoposta alla sorveglianza del governo, ma non ne era dipendente; dopo il 1855 furono presiedute dai rispettivi luogotenenti accentuandone la dipendenza politica rispetto alla situazione anteriore al 1848: le congregazioni centrali infatti restarono sospese dal 1849 al 1855 e furono ricostituite con ordinanza imperiale 15 lu. 1855 (
Bollettino Lombardia , 1855, parte I, n. 130;
Bollettino Venezia ; 1855, parte I, n. 129).
Le loro attribuzioni erano state fissate dagli artt. 22 e 23 della ricordata patente del 24 apr. 1815: esercitare la “superiore ispezione” e “consultivamente suggerire le massime e le modalità più opportune” per la ripartizione e la riscossione dell’imposta diretta, la continuazione eventuale delle operazione censuarie, la regolarità dei bilanci dei comuni, la ripartizione degli oneri e delle contribuzioni militari tra le province. Inoltre poteva rappresentare all’imperatore, e dare i pareri richiesti, sui bisogni e i desideri delle popolazioni del regno. Le sue attribuzioni vennero ulteriormente precisate, ed in parte estese, con l’ordinanza 2 nov. 1856 (
Bollettino Lombardia , parte I, n. 205;
Bollettino Venezia , parte I, n. 205).
Sotto il controllo delle congregazioni centrali erano anche le congregazioni provinciali (
vedi
) che, loro tramite, dovevano far vistare dal governo i loro protocolli.
Questi organi non esistevano negli altri Stati dell’impero asburgico. La congregazione centrale lombarda fu soppressa con r.d. 16 giu. 1859, n. 3442 del governo sardo; la congregazione centrale veneta continuò invece sino al 1866 conservando la denominazione di congregazione lombardo-veneta: un’ordinanza imperiale del 31 mag. 1860 ne allargò anzi le competenze, estendendole in materia di contenzioso amministrativo: alla congregazione centrale spettava decidere in seconda istanza gli oggetti giudicati in prima istanza dalle congregazioni provinciali; era ammesso ulteriore ricorso ai ministeri competenti. (
Raccolta traduzioni Impero , 1860, n. 36; vedi anche sovrana risoluzione 14 dic. 1860,
Raccolta autorità provinciali , 1861, n. 11). Fu sciolta dal governo italiano con r.d. 10 ott. 1866, n. 3250, art. 10.