Nel regno lombardo-veneto esistevano due direzioni generali di polizia, una a Milano e una a Venezia (cfr. disposizioni del 21 apr. 1815;
Raccolta governo Lombardia , 1815, n. 24), le quali curavano direttamente la pubblica sicurezza nelle due città capitali e nel territorio delle rispettive province mediante commissariati superiori di polizia. Mentre a Milano e a Venezia i commissari superiori di polizia rispondevano direttamente alla direzione generale, alla quale era preposto un direttore generale, nelle province, ove dirigeva la pubblica sicurezza locale, il commissariato superiore dipendeva dalla delegazione provinciale (
vedi
) ed era pertanto detto anche ufficio di polizia della stessa delegazione.
Per molte materie di polizia (l’ordine pubblico, la cooperazione con la giustizia in materia penale, la sorveglianza sulle persone - cittadini e stranieri - e sulle società ritenute pericolose per la sicurezza dello Stato, e simili), le direzioni generali dipendevano direttamente dal dicastero supremo di polizia di Vienna; per le altre dipendevano dai rispettivi governi ai quali in effetti il regolamento del 1815 aveva affidato la competenza in vari settori: polizia di sicurezza, polizia de’ costumi, polizia di beneficenza, polizia per la sussistenza, polizia di sanità (preventiva) e polizia medica.
Buona parte delle norme che regolavano l’ordinamento e l’attività di polizia del regno d’Italia furono confermate; anche la forza di cui disponeva la polizia, e così la gendarmeria, furono mantenute com’erano alla caduta del regno d’Italia. Nelle province dipendenti dal governo di Milano la gendarmeria venne riorganizzata nel 1817, con notificazione del 1° novembre (
Raccolta governo Lombardia , 1817, parte I, n. 54); nelle province venete fu invece mantenuto per qualche tempo l’istituto veneto del “satellizio”, sostituito poi da due corpi, le guardie militari di polizia (cfr. il
Regolamento per le guardie militari di polizia nelle province venete approvato con sovrana risoluzione 15 settembre 1832 , Venezia, Andreola, 1833) e le guardie civili di sicurezza (cfr. regolamento 31 mag. 1829,
Collezione province venete , 1829, sezione I, n. 22;
Regolamento per la guardia di sicurezza approvato con sovrana risoluzione 1832, Venezia, Andreola, 1833).
Nel 1849 la direzione della polizia fu affidata alla luogotenenza, ma gli affari riguardanti l’alta polizia di Stato furono concentrati in prima istanza presso la cancelleria del governatore generale (vedi
Governo generale civile e militare del regno lombardo-veneto
) circolari 28 novembre e 18 dic. 1849,
Raccolta governi Milano e Venezia , 1849, parte II, nn. 37 e 43); la riorganizzazione della polizia era già stata avviata dalle notificazioni 15 ag. 1848 e 27 ag. 1849 (che pubblica anche la precedente,
ibid. , parte I, n. 44), che costituiva uffici centrali dell’ordine pubblico al posto delle direzioni generali di polizia e sezioni dell’ordine pubblico presso le delegazioni provinciali al posto dei commissariati superiori. Successive disposizioni ristabilirono direzioni di polizia in Venezia e in Milano (1815), e ricostituirono commissariati di polizia nei capoluoghi di provincia come uffici a sé rispetto alla delegazione (circolari luogotenenziali 20 agosto e 14 sett. 1853 con allegata circolare del 3 ott. 1852,
Bollettino Venezia , 1853, parte II, nn. 139 e 51; (così nel testo ma nell’indice è 151). La direzione di polizia di Venezia fu soppressa con r.d. 10 ott. 1866, n. 3250.