raccoglitore

profilo istituzionale
tipo di ente: Uffici periferici
Legazione
datazione
6 lug. 1816 -
contesto storico istituzionale
STATO DELLA CHIESA (1815-1859/1870)
notizie storiche
Per il motuproprio del 1816 assumeva il titolo di legazione la delegazione di prima classe alla quale fosse preposto un cardinale, che prendeva il titolo di legato. Egli aveva le stesse attribuzioni del delegato, ma più ampie in alcune materie, per esempio per le strade provinciali, in quanto non soggette all'autorità della Congregazione del buon governo nel territorio della legazione.
Le delegazioni di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna compaiono come legazioni fin dal 1817; nell'uso, furono denominate "le Quattro Legazioni", pur rimanendo sempre quattro istituzioni distinte, tranne brevi e straordinari periodi. Con il motuproprio del 23 ottobre 1817 nelle quattro legazioni furono attribuite ai cardinali legati le funzioni di tutela anche delle strade nazionali, che invece per le delegazioni erano di competenza del prefetto della Congregazione del buon governo. Lo stesso motuproprio dettava norme particolari in materia di lavori idraulici provinciali, sempre nelle quattro legazioni, ed istituiva un organismo speciale, la Commissione pel fiume Reno, sotto la supervisione della Congregazione delle acque [per le competenze del legato in materia di contenzioso amministrativo, v. gli artt. 21-22 dell'editto 25 lu. 1835 e gli artt. 1, 3-23 dell'editto 2 giu. 1851] .
Solo eccezionalmente le quattro legazioni furono temporaneamente riunite nel 1831, alla caduta del "governo delle Province unite" (18 marzo), nella persona del legato  a latere  pontificio [legato  a latere  per le quattro legazioni fu il card. Carlo Opizzoni, arcivescovo di Bologna; altro legato a latere era stato nominato il 12 febbraio 1831 ad Ancona nella persona del card. Giovanni Antonio Benvenuti, vescovo di Osimo ] , il quale decretò varie modifiche al sistema preesistente alla rivoluzione, modifiche che poi saranno confermate dalla successiva legislazione di Gregorio XVI ed estese a tutto lo Stato.
Con la notificazione del 26 marzo 1831 il legato  a latere  , mentre manteneva sia la diminuzione del prezzo del sale che la tariffa daziaria in corso, nominava una Congregazione governativa presieduta dai rispettivi delegati e istituiva presso lo stesso legato  a latere  una Consulta per le quattro legazioni, per l'amministrazione di quelle province, composta da quattro consiglieri deputati da ciascuna provincia. Con la successiva notificazione del 30 marzo il legato  a latere  mantenne i governatori locali, i pretori nei capoluoghi di delegazione (a Bologna i pretori furono due), il tribunale d'appello di Bologna, i tribunali di commercio e le curie ecclesiastiche (art. 1); inoltre assunse nelle province a lui sottoposte le funzioni spettanti nel resto dello Stato al tribunale della segnatura, riservandosi di affidarle ad un uditore, in sua vece (art. 5). Abolì invece gli assessori civili e criminali, i podestà e i giudici fiscali camerali (le cause pendenti dinanzi a queste magistrature furono deferite ai tribunali ordinari) ed istituì, nei luoghi sede di pretura, un nuovo magistrato, il giudice conciliatore (artt. 1-3, 6), per il quale pubblicò un regolamento con altra notificazione in data 16 aprile.
L'istituto del legato  a latere  durò poche settimane: la notificazione del segretario di Stato card. Bernetti del 1° giu. 1831 sulla "organizzazione stabile del governo delle legazioni" stabiliva, con la cessazione della "amministrazione legatizia straordinaria" il ripristino delle preesistenti e distinte quattro legazioni, ognuna con residenza nel rispettivo capoluogo e retta da una Congregazione governativa composta da quattro membri, uno dei quali, in qualità di presidente, ebbe il titolo di prolegato e fece le veci del cardinal legato. La congregazione era competente a decidere sui "pubblici affari" e tutti i membri avevano voto deliberativo. La stessa notificazione pubblicava una tabella con i nomi dei prolegati e dei componenti le congregazioni [la tabella manca nella  Raccolta delle leggi  pontificie ] ; stabiliva inoltre che, fino alla pubblicazione del nuovo regolamento giudiziario, rimanesse in vigore quello vigente nelle quattro legazioni e che pertanto rimanessero provvisoriamente affidate al "cardinal legato straordinario" le attribuzioni già a lui demandate, "benchè ne sia cessata la legazione".
Queste ultime norme furono ben presto modificate con l'editto 5 lu. 1831, efficace per tutte le province dello Stato, che decretò, con la cessazione dell'amministrazione legatizia straordinaria, il ripristino delle quattro distinte legazioni. Queste ultime, tuttavia, compaiono ben presto ancora riunite dal momento che nel 1832 fu nominato per esse un commissario straordinario; in ogni capoluogo di legazione, cioè a Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna, vi fu nuovamente un prolegato, il quale però non faceva parte della congregazione governativa. Il Commissariato straordinario, nel quale si avvicendarono vari prelati [il card. Giuseppe Albani, mons. Brignole, il card. Spinola, mons. Lucciardi, il card. Vincenzo Macchi] fu soppresso nel 1836 e l'ultimo commissario, il card. Macchi, fu nominato legato di Bologna; altro cardinal legato ebbe Forlì mentre a Ravenna e a Ferrara furono ancora nominati due prolegati [  Notizie dell'anno, ad annum  ] .
Nello stesso anno 1832 a queste legazioni ne furono aggiunte altre due, una di nuova istituzione, l'altra per trasformazione da delegazione. La nuova legazione di Velletri fu istituita con motuproprio 1° feb. 1832 ed affidata al card. decano vescovo di Ostia e di Velletri che su quella città già facente parte della provincia di Frosinone aveva sempre avuto giurisdizione particolare e privativa [art. 23 del motuproprio del 1816] e che da questa data ebbe il titolo di legato. In Velletri fu nominato un vicelegato cui fu affidata l'amministrazione della legazione, in luogo del legato che mantenne la sua residenza in Roma; furono nominati anche l'assessore legale e la Congregazione governativa. A seguito dell'istituzione della legazione furono pubblicati in Velletri gli atti legislativi già pubblicati nelle altre legazioni e delegazioni [art. 1 della notificazione del segretario di Stato in data 6 febbraio 1832] . Venivano così separate le due province di Marittima con capoluogo Velletri, e di Campagna, con capoluogo Frosinone, con alcune modifiche territoriali, attuate con la notificazione 4 feb. 1832.
Successivamente, con notificazione del Bernetti 4 ago. 1832, fu attribuito il rango di legazione anche alla provincia di Urbino e Pesaro - che, pur essendo delegazione di prima classe già per il motuproprio del 1816, non era mai stata affidata ad un cardinale e quindi era rimasta delegazione - e furono dettate norme più precise per quel territorio, diviso in due parti distinte ma uguali, con pari "onorificenze e privilegi", aventi per capoluogo l'una Urbino, l'altra Pesaro. Il governo della provincia doveva risiedere per alcuni mesi in un capoluogo, per altri mesi nell'altro.
Ancora una riunione straordinaria delle quattro legazioni si ebbe nel 1849 con l'istituzione dei Commissariati straordinari per le province ( vedi ). Anche nelle due ultime legazioni, di Velletri e di Urbino e Pesaro, l'istituzione dei commissariati straordinari nel 1849 provocò particolari situazioni eccezionali.
Dopo la restaurazione del 1849 la riforma voluta dall'editto 22 nov. 1850 del segretario di Stato di Pio IX, card. Antonelli, per quel che riguarda le legazioni non ebbe applicazione, se non in minima parte. L'editto, sul governo delle province e sull'amministrazione provinciale - al quale fece seguito quello sui comuni e loro amministrazione del 24 nov. 1850 -, faceva esplicito riferimento al motuproprio 12 settembre 1849 (il motuproprio di Portici) sull'istituzione di un Consiglio di Stato, incaricato di dar parere su tutti i progetti di legge e tutte le questioni più gravi della pubblica amministrazione prima che fossero sottoposti al pontefice, e di una Consulta di Stato per la finanza cui era affidato l'esame dei preventivi e consuntivi dello Stato e quanto riguardasse gli interessi del pubblico erario; i consultori di Stato dovevano essere scelti dal sovrano su note presentate dai Consigli provinciali [il Consiglio di Stato era stato istituito con editto del 10 settembre e la Consulta per la finanza con editto del 28 ott. 1850] . Con l'art. 3 del suddetto motuproprio era appunto confermata l'istituzione dei Consigli provinciali, i cui consiglieri dovevano essere scelti dal pontefice su liste proposte dai Consigli comunali, rimandando la materia ad un'apposita legge. A questo art. 3 faceva dunque riferimento l'editto 22 nov. 1850 che intese modificare la divisione territoriale dello Stato il quale, secondo l'editto, sarebbe stato diviso in quattro legazioni, oltre al circondario della capitale, le legazioni suddivise in delegazioni o province, le province in governi, i governi in comuni (art. 1).
Il "circondario della capitale" avrebbe compreso, oltre al territorio dell'allora presidenza di Roma e Comarca, anche le province già del Patrimonio, cioè le delegazioni di Civitavecchia, Viterbo, Orvieto (art. 2); doveva essere presieduto da un cardinale col titolo di presidente, nominato con breve pontificio, e con le stesse attribuzioni dei cardinali legati, "eccettuate quelle che riguardano la parte politica ed il movimento della forza pubblica" riservate ai dicasteri centrali (art. 41), il quale doveva essere coadiuvato da un consiglio per gli affari della presidenza e da un segretario generale. La Comarca di Roma era equiparata alle delegazioni ed infatti venne affidata ad un prelato con il titolo di delegato, affiancato da un consiglio amministrativo e da un segretario; ugualmente, ad ogni altra provincia del circondario di Roma era preposto un delegato, assistito da una Congregazione governativa e un segretario. I delegati avevano tutti le stesse attribuzioni ma a quello preposto alla Comarca erano sottratte quelle stesse già escluse dall'art. 41 al cardinale legato del circondario (artt. 40-45).
Presidente di Roma e Comarca - e non "presidente del circondario di Roma" - rimase il card. Ludovico Altieri, che ricopriva quella qualifica dal 1847, con una breve pausa nel 1849-50 quando fece parte della Commissione governativa di Stato e fu sostituito nella presidenza da mons. Roberto Roberti. L'Altieri ritornò a quella carica e vi rimase sino al 1859, e sino a quest'anno non fu nominato alcun delegato apostolico per la Comarca. Dal 1860 invece la carica di presidente risulta vacante, mentre fu ricoperta quella di delegato della Comarca da mons. Giuseppe Arborio Mella, poi da mons. Tommaso Lupi. Regolari le nomine dei prodelegati (laici) o delegati (ecclesiastici) nelle delegazioni di Civitavecchia, Viterbo, Orvieto. La situazione non subì variazioni, se non nella sostituzione di alcuni nomi, per tutto l'ultimo decennio pontificio [  Notizie dell'anno, ad annum  ] . Non si ebbe dunque quella decretata riunione di delegazioni sotto l'autorità di un presidente del circondario di Roma, mai istituito.
Le altre quattro legazioni istituite dall'editto Antonelli e che sarebbero state presiedute da un cardinal legato quale rappresentante del sovrano, dovevano essere:

a) una legazione che avrebbe dovuto prendere il nome "di Romagna" (la denominazione di questa e delle successive legazioni non risulta dall'editto Antonelli ma dai volumetti delle  Notizie dell'anno  ) riunendo le precedenti "quattro legazioni", ora declassate a delegazioni, di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna;
b) una legazione "delle Marche", comprendente le delegazioni di Ancona, Urbino e Pesaro (già legazione, come quelle delle Romagne), Macerata con Loreto, Fermo, Ascoli, Camerino;
c) una legazione "dell'Umbria", per le delegazioni di Perugia, Spoleto e Rieti;
d) una legazione "di Marittima e Campagna", con le delegazioni di Velletri (già legazione), Frosinone e Benevento (artt. 1-5).
In realtà questa suddivisione non fu attuata e nelle prime tre legazioni non fu mai nominato il cardinal legato. Fece eccezione solo la legazione di Marittima e Campagna [le attribuzioni del cardinal legato erano oggetto degli artt. 6-22] .
E' necessario qui ricordare che nella primavera del 1849 erano stati istituiti i commissari pontifici straordinari nelle province ( vedi ), alcuni dei quali rimasero in carica vari anni; è appunto a queste magistrature straordinarie che si deve far riferimento nel considerare il nuovo assetto territoriale stabilito con l'editto Antonelli del 1850, aggiungendo che dal settembre 1849 i commissari straordinari avevano avuto anche le funzioni di prolegati e delegati delle città nelle quali risiedevano.
Per le quattro legazioni, che per l'editto del 1850 sarebbero state riunite nella "legazione della Romagna", il commissario pontificio straordinario era stato nominato nel maggio del 1849 nella persona di mons. Gaetano Bedini, il quale, con residenza a Bologna, ebbe competenza su tutto il territorio delle province di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì, ed anche le funzioni di prolegato di Bologna. Nella carica di commissario straordinario si avvicendarono altre persone sino al 1858, quando questo commissariato fu soppresso; fu quindi nominato un delegato anche a Bologna, ma non vi fu mai un cardinal legato per le Romagne, non vi fu dunque una effettiva riunione di quelle delegazioni in un'unica legazione.
Per le delegazioni che secondo l'editto Antonelli sarebbero state riunite nella "legazione delle Marche", era stato istituito nel 1849 un commissario straordinario per le Marche residente ad Ancona, che ebbe autorità su quelle province tranne Urbino e Pesaro (quindi su Ancona, Macerata, Fermo, Ascoli, Camerino), nonché le funzioni di delegato di Ancona. Alla soppressione del commissariato nel 1856 fu nominato un delegato in Ancona, ma neppure qui un cardinal legato per le Marche né vi fu attuata la prevista legazione.
Le province dell'Umbria (che per l'editto del 1850 sarebbero state raggruppate nella "legazione dell'Umbria"), erano state solo per breve tempo riunite a quelle del Patrimonio (Civitavecchia, Viterbo e Orvieto dal 1850 facenti parte, sulla carta, del circondario di Roma). Nel 1849 furono poste sotto l'autorità del commissariato dell'Umbria cui più tardi fu riunita la Sabina, comprendendo dunque le delegazioni di Perugia, Spoleto e Rieti; risiedendo il commissario a Perugia, gli furono attribuite le funzioni di quel delegato. Il commissariato fu soppresso nel 1851 e fu nominato un delegato anche a Perugia; non vi fu mai un cardinal legato per le province dell'Umbria, né una legazione.
La "legazione di Marittima e Campagna" per l'editto del 1850 doveva comprendere tre delle province sulle quali aveva avuto autorità il commissariato straordinario per la Marittima e Campagna, Velletri ove risiedeva il commissario, Frosinone e Benevento. Il suddetto commissariato ebbe vita molto breve ed era cessato già nel 1851. A tale data infatti risulta costituita secondo il disposto dell'editto del 1850 la legazione di Marittima e Campagna, la quale fu l'unica legazione affidata ad un legato, il cardinal decano vescovo di Ostia e Velletri, già legato di Velletri. Si trattò di una innovazione più apparente che reale in quanto il cardinal decano risiedendo a Roma aveva sempre avuto un sostituto nel vicelegato di Velletri; dal 1850 in questa città vi fu invece un delegato, come nelle altre delegazioni. La carica di legato di Marittima e Campagna rimase sino al 1870, sempre associata alla persona del cardinal legato.
In tutte le suddette delegazioni vi furono nel tempo successive nomine di prodelegati e delegati, sempre assistiti da quattro consultori (a Camerino furono tre).
A riprova di ciò che sosteniamo, cioè della non attuazione di quanto disposto dall'editto 22 nov. 1850 su questa materia, si rinvia alla  Statistica  della popolazione con  Riparto territoriale  , pubblicati nel 1857, già ricordati nella voce Delegazione.
Nell'ultimo decennio dello Stato pontificio, quando ormai le province delle Romagne, delle Marche, dell'Umbria e parte della Marittima e Campagna erano irrimediabilmente perdute, nelle  Notizie dell'anno  che venivano appunto pubblicate ogni anno, quelle province risultano come facenti parte ancora dello Stato, nella loro irrealizzata suddivisione in legazioni e delegazioni; addirittura per queste ultime viene ogni anno indicato il numero dei governi che ne facevano parte ed il relativo numero degli abitanti. Sempre gli stessi numeri, sia di governi che di abitanti - salvo qualche errore di stampa - in quanto riprodotti dalle  Notizie dell'anno  1860 [sino al 1861 le  Notizie dell'anno  , che dal 1860 prendono l'ancor attuale titolo di Annuario pontificio, riportano i dati essenziali delle delegazioni apostoliche e delle legazioni. Dal 1862 una variazione: le delegazioni figurano distinte in "delegazioni apostoliche" nel mondo (nel paragrafo "Delegazioni, Vicariati e Prefetture apostoliche", in Europa, Asia, Africa) e "delegazioni dello Stato", quasi a voler sottolineare la rilevanza primaria dell'azione universale della Chiesa ] .

fonti normative

motuproprio 6 lug. 1816 - provvedimento di istituzione
motuproprio 23 ott. 1817 - provvedimento di regolamentazione e di attribuzione di competenze
notificazione 26 mar. 1831 - provvedimento di regolamentazione e di attribuzione di competenze al legato a latere
notificazione 26 mar. 1831 - provvedimento di regolamentazione e di attribuzione di competenze al legato a latere
notificazione 16 apr. 1831 - regolamento relativo al giudice conciliatore
notificazione del segretario di Stato 1 giu. 1831 - provvedimento di organizzazione stabile del governo delle legazioni
editto 5 lug. 1831 - provedimento di cessazione dell'amministrazione legatizia straordinaria
motuproprio 1 feb. 1832 - provvedimento di istituzione della Legazione di Velletri
notificazione 4 feb. 1832 - provvedimento di organizzazione territoriale
notificazione 4 ago. 1832 - provvedimento di attribuzione del rango di legazione alla provincia di Urbino e Pesaro
editto 25 lug. 1835 - provvedimento relativo alle competenze del legato in materia di contenzioso amministrativo
motuproprio 12 set. 1849 - provvedimento relativo all'istituzione di un Consiglio di Stato e di una Consulta di Stato per la finanza
editto 10 set. 1850 - provvedimento di istituzione di un Consiglio di Stato
editto 28 ott. 1850 - provvedimento di istituzione di una Consulta per la finanza
editto 22 nov. 1850 - provvedimento di riforma del governo e dell'amministrazione provinciale
editto 24 nov. 1850 - provvedimento di riforma del governo e dell'amministrazione comunale
editto 2 giu. 1851 - provvedimento relativo alle competenze del legato in materia di contenzioso amministrativo
soggetto produttore collegato
Legazione apostolica di Bologna
Legazione apostolica di Ferrara
Legazione apostolica di Forlì
Legazione apostolica di Ravenna
Legazione apostolica di Urbino e Pesaro
Legazione apostolica di Velletri

curatori

creazione
Carla Lodolini Tupputi
revisione
Ezelinda Altieri Magliozzi
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