Il Consiglio di patronato, istituito con il regolamento approvato con  r.d. 18 giu. 1931, n. 787  , ha personalità giuridica. Presta assistenza ai liberati dal carcere, aiutandoli a trovare lavoro, e alle famiglie dei detenuti. Il servizio di Cassa delle ammende, provvede alle spese per l’opera di assistenza dei Consigli di patronato e alle spese di pubblicazione delle sentenze nei giudizi di revisione.
In base alla  l. 26 lug. 1975, n. 354  , gli subentra il Consiglio di aiuto sociale che presta assistenza penitenziaria e postpenitenziaria. E’ presieduto dal presidente del tribunale o da un magistrato da lui delegato ed è composto di sedici persone fisse oltre i direttori degli istituti penitenziari del circondario. Assiste i liberandi e ne favorisce l’occupazione, organizza corsi di addestramento professionale, segue i rapporti dei detenuti con i familiari, segnala alle autorità competenti i bisogni dei familiari, concede sussidi ai detenuti e alle loro famiglie: Presta anche soccorso alle vittime del delitto e provvede all’assistenza di minorenni orfani in conseguenza del delitto. Il Consiglio ha personalità giuridica ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero della giustizia. Con  d.p.r. 24 luglio 1997, n. 616  , molte funzioni del Consiglio sono state trasferite a regioni e comuni.
Presso ogni Consiglio di aiuto sociale è istituito un Comitato per l’occupazione che favorisce l’avviamento al lavoro dei dimessi dal carcere.
Presso la Direzione generale degli istituti di prevenzione e pena è istituita la Cassa per il soccorso e l’assistenza alle vittime dei delitti. Dalla Direzione generale dipendono, in base al decentramento operato con d.p.r. 28 giugno 1955, n. 1538, i Centri di rieducazione dei minorenni e gli uffici degli Ispettori distrettuali per adulti. La circoscrizione di questi ultimi, che hanno funzioni di vigilanza, controllo e di amministrazione attiva, coincide con il territorio di uno o più distretti di corte di appello.