Al momento dell’unificazione lo Stato italiano eredita una quantità cospicua di atti notarili, conservati fin dall’età comunale, in quanto i Comuni e poi gli Stati che ad essi subentrarono avevano emanato disposizioni normative per garantire sia l’autenticità degli atti, attraverso forme di registrazione o di deposito presso appositi uffici, sia la conservazione delle imbreviature, dei sigilli e dei protocolli dei notai defunti o che avessero cessato l’attività, affidandoli ad altri notai che ne rilevavano l’attività o, più tardi, imponendone la conservazione in appositi Archivi, dotati di specifici regolamenti; o ancora, mediante la conservazione di copie degli atti in appositi uffici (Uffici di insinuazione, Uffici del registro, Archivi mandamentali). La presenza degli atti dei notai negli Archivi di Stato, pertanto, deriva di massima dal versamento effettuato dagli Archivi notarili distrettuali, comunali, mandamentali o sussidiari regolati dall’ordinamento italiano del notariato e degli Archivi notarili.
Gli Archivi notarili, presso cui vengono concentrati gli archivi dei singoli notai alla loro morte o cessazione dall'attività, non sono semplici istituti di conservazione, ma svolgono alcune funzioni già proprie dei notai quali il rilascio di copie, estratti e certificati, registrazioni o altro inerenti agli atti conservati che mantengono la loro efficacia giuridica, nonostante il decorrere del tempo. Gli Archivi notarili pertanto percepiscono tariffe e diritti disciplinati dalla legge. Dipendono dal Ministero di grazia e giustizia e sono organizzati su base territoriale distrettuale. L'attuale normativa prevede che decorsi cento anni dalla morte o dalla cessazione dell'attività del notaio, gli atti dei notai vengano versati dagli Archivi notarili ai competenti Archivi di Stato.
Il primo ordinamento italiano degli Archivi notarili è stabilito con  l. 25 lug. 1875, n. 2786  . La legge prevede che in ogni distretto di Tribunale civile e correzionale sono istituiti un Collegio di notai e un Archivio notarile distrettuale. In ogni collegio viene eletto un Consiglio notarile. A domanda e a spese del comune interessato può istituirsi un Archivio notarile mandamentale per le copie certificate conformi agli atti notarili, trasmesse dall’Ufficio del registro del mandamento, decorsi due anni dalla registrazione degli atti. La legge detta anche norme sulla conservazione degli atti presso i singoli notai e in materia di testamenti. In base all’art. 143 tutti i fondi, mobili, carte e registri spettanti alle Camere notarili, collegi o altri corpi rappresentanti il ceto dei notai, saranno rimessi ai Consigli notarili istituiti dalla presente legge. Se il distretto di un Collegio notarile anteriore viene diviso in più distretti fondi e mobili saranno divisi tra i collegi nuovi, mentre le carte e i registri resteranno nella sede in cui si trovano. Il governo può, con decreto reale, provvedere alla sistemazione degli Archivi notarili esistenti, in conformità delle disposizioni dettate dalla legge. Può inoltre conservare gli attuali Archivi notarili comunali per le carte depositate fino alla promulgazione della legge e che non siano a carico dello Stato, ponendoli alle dipendenze e sotto la vigilanza degli Archivi notarili distrettuali. La legge prevede la soppressione degli uffici notarili di proprietà privata esistenti a Roma. Il patrimonio degli Archivi notarili preunitari passa agli Archivi notarili distrettuali.
La legge 2786/1875 viene poi rifusa nella  l. 25 mag. 1879, n. 4900  , il cui regolamento di esecuzione è approvato con  r.d. 23 nov. 1879, n. 5170  . Il testo unico non innova in materia di Archivi notarili distrettuali. Stabilisce che tali archivi conservano: La stessa disposizione n. 4 si applica a atti notarili che i cancellieri delle curie vescovili e quelli di altri collegi e uffici giudiziari ecclesiastici o misti delle città ex-pontificie abbiano ricevuto nella qualità di notai, esclusi solo gli atti appartenenti agli enti ecclesiastici.
In base al regolamento 5170/1879, gli Archivi notarili esistenti in comuni sedi di Tribunali si intendono trasformati in Archivi notarili distrettuali. L’archivio dei notai capitolini in Roma, resta aggregato all’Archivio di Stato di Roma, istituito con r.d. 30 dic. 1871, n. 605. In base all’art. 149 gli Archivi ora esistenti, trasformati in Archivi notarili distrettuali, conservano carte, documenti e registri che vi sono depositati a partire dal 1° gennaio 1830, anche se, secondo la nuova legge, riguardino luoghi che dipendono da altro Archivio notarile distrettuale di nuova costituzione. Gli atti depositati anteriormente al 1° gennaio 1830 debbono essere versati ai competenti Archivi di Stato e, alla scadenza di ogni decennio vi andranno quelli del decennio più antico.

Un nuovo ordinamento del notariato viene approvato con  l. 16 feb. 1913, n. 89  , tuttora in vigore. Conferma l’istituzione dell’Archivio notarile distrettuale nelle località sede di Tribunale civile; il conservatore dell’Archivio notarile distrettuale è anche tesoriere. Nel confermare atti e sigilli che debbono essere custoditi presso l’Archivio notarile distrettuale ne definisce puntualmente le tipologie all’art. 106. Stabilisce altresì che gli originali debbono essere conservati in maniera distinta dalle copie. Conferma la possibilità di istituire Archivi notarili mandamentali. La vigilanza sui notai, sui Consigli notarili e sugli Archivi notarili spetta al Ministero di grazia e giustizia e ai procuratori generali presso le corti di appello e ai procuratori del re, nei limiti delle rispettivi circoscrizioni. Si ribadisce la facoltà di mantenere gli Archivi notarili comunali per la conservazione delle carte depositatevi fino alla promulgazione della precedente legge e che non siano a carico dello Stato, rimanendo sotto la dipendenza e la sorveglianza degli Archivi notarili distrettuali.
In base al regolamento approvato con  r.d. 10 set. 1914, n. 1326  , vengono confermati gli Archivi notarili distrettuali attualmente esistenti nelle località sede di Tribunale civile, mentre in quelli di nuova istituzione sono conservati atti, repertori, registri e sigilli dei notai della circoscrizione distrettuale. Nuovi Archivi notarili distrettuali vengono istituiti con decreto reale. Ove nella circoscrizione del nuovo Archivio notarile distrettuale non esistano Archivi notarili mandamentali, l’Archivio notarile distrettuale può ricevere le copie conformi degli atti dei notai che avevano rogato nel territorio.
In base all’art. 108 del regolamento il ministro di grazia e giustizia d’intesa con il ministro dell’interno può disporre il versamento degli atti anteriori al cinquantennio ai competenti Archivi di Stato: il cinquantennio si calcola dalla cessazione dell’attività dei notai e, per documenti che non sono atti notarili, dalla loro data. La consegna delle copie certificate e degli atti antichi va fatta secondo i modi previsti dal regolamento archivistico del 1911.
La soppressione di un Archivio notarile distrettuale può essere decretata previo rifiuto a sostenere le spese per la sua conservazione da parte dei comuni che rappresentano la maggioranza del distretto; nel decreto di soppressione deve essere indicato l’Archivio notarile distrettuale limitrofo al quale quello soppresso viene aggregato. Il decreto che ordina la riunione di uno o più distretti deve indicare quello cui vengono riuniti. In base all’art. 137 del regolamento un Archivio notarile distrettuale soppresso può essere mantenuto come Archivio notarile sussidiario conservando gli atti dell’Archivio soppresso. Ove l’Archivio notarile sussidiario non abbia fondi per il proprio mantenimento, viene soppresso e aggregato all’Archivio notarile del capoluogo del distretto, a meno che i comuni interessati stabiliscano di sostenere la spesa per il suo mantenimento.
Se è soppresso un mandamento, viene soppresso anche l’Archivio notarile mandamentale.
Con  r.d. 27 ott. 1937, n. 1835  , vengono dettate disposizioni per lo scarto di atti negli Archivi notarili.
In pari data, con  r.d. 27 ott. 1937, n. 1876  , sul riordinamento degli Archivi notarili e relativo personale, si stabilisce che gli Archivi notarili sono distrettuali e regionali. Gli Archivi notarili distrettuali, aventi sede in Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Catanzaro, Palermo, Catania e Cagliari sono costituiti in Archivi notarili regionali che hanno oltre alle funzioni degli altri Archivi notarili anche compiti di vigilanza sugli Archivi notarili distrettuali e funzioni particolari in merito a pagamento di spese e riscontro contabile.
La legge archivistica del 1939 stabilisce che gli atti dei notai cessati prima del 1° gennaio 1800 siano versati agli Archivi di Stato e Sezioni di Archivio di Stato. Se gli atti notarili sono conservati in Archivi notarili con sede in comuni che non sono capoluoghi di provincia, o presso Archivi notarili mandamentali o presso Archivi notarili comunali possono essere riuniti presso una Sottosezione di Archivio di Stato, da istituire su domanda e a spese dei comuni interessati.
Con  l. 3 ago. 1949, n. 577  , viene istituito il Consiglio nazionale del notariato.

La  l. 17 mag. 1952, n. 629  , relativa al riordinamento degli Archivi notarili, stabilisce che questi possono essere distrettuali o superiori. Gli Archivi notarili distrettuali hanno sede nei comuni capoluogo di distretto notarile, gli Archivi notarili superiore sono quelli indicati nella Tabella B allegata alla legge. Gli Archivi notarili superiori hanno le stesse funzioni dei precedenti Archivi regionali. Negli Archivi notarili sono conservati gli atti relativi agli ultimi 100 anni; tutti gli altri, sia in originale che in copia, debbono essere versati nei competenti Archivi di Stato. I versamenti successivi al primo saranno con cadenza decennale.
Presso gli Archivi notarili superiori di Milano, Roma, Napoli e Palermo sono costituiti gli Uffici ispettivi, la cui circoscrizione risulta dalla Tabella A: Con  l. 19 luglio 1957, n. 588  , vengono emanate disposizioni complementari a quelle della legge 629/1952, in materia di Archivi notarili. La legge stabilisce che gli Archivi notarili comunali passano alle dipendenze degli Archivi di Stato. Istituisce un Ufficio ispettivo a Bologna per l’ Archivio notarile superiore di Venezia, già collocato nell’ambito dell’Ufficio ispettivo di Milano, e per quello di Bologna, già collocato nell’Ufficio ispettivo di Roma. L’Archivio notarile superiore di Catanzaro passa all’Ufficio ispettivo di Palermo, mentre l’Archivio notarile superiore di Cagliari passa all’Ufficio ispettivo di Napoli. Alle tabelle A e B sono indicate le circoscrizioni degli Uffici ispettivi e le circoscrizioni degli Archivi notarili superiori.
La  l. 28 lug. 1961, n. 723  , stabilisce all’art. 2 che gli Archivi notarili sono distrettuali e mandamentali e, in conseguenza, ridefinisce le sedi e le circoscrizioni di competenza degli Uffici ispettivi, con sede a Milano, Bologna, Roma, Napoli e Palermo, che includono ora Archivi notarili distrettuali. Modifica pertanto le tabelle della legge 588/1957. La Tabella A indica gli Uffici ispettivi e gli Archivi notarili distrettuali di loro competenza.
La legge archivistica del 1963 recepisce il dettato della legge 629/1952, in base al quale gli Archivi notarili versano agli Archivi di Stato gli atti dei notai che cessarono dall’esercizio professionale anteriormente agli ultimi cento anni, norma ribadita dal Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004; stabilisce inoltre che gli atti conservati negli Archivi notarili comunali debbono essere versati negli Archivi di Stato: rimarranno in funzione fino a scadenza quelli che conservano documentazione di data posteriore all’ultimo centennio o quando il conservatore cessi dal servizio. Non possono comunque ricevere ulteriori versamenti.
Con  l. 25 mag. 1981, n. 307  , in esecuzione di una convenzione firmata a Basilea nel 1972, viene istituito presso l’Ufficio centrale degli Archivi notarili del Ministero di grazia e giustizia il Registro generale dei testamenti.
Con  d.lgs. 1° ago. 2006, n. 249  , viene regolato il procedimento disciplinare a carico dei notai e si include tra le cause di cessazione dall’attività anche la “dispensa o interdizione dall’ufficio, rimozione, sospensione o destituzione”.
La  l. 14 aprile 1957, n. 251  , dettava norme per la redazione a macchina degli atti pubblici; seguono negli anni Novanta disposizioni sulla formazione, archiviazione e trasmissione di documenti con strumenti informatici e telematici, sulla firma elettronica e regole tecniche per la redazione del documento informatico. Infine il  d.lgs. 2 lug. 2010, n. 110  , detta la disciplina dell’atto pubblico informatico.