raccoglitore

soggetto produttore
tipo di ente: Uffici locali e periferici dello Stato pontificio
Curia generale della marca d'Ancona, Macerata
contesto storico istituzionale
STATO DELLA CHIESA (SEC. XII-1798 E 1800-1809)
sede
Macerata
notizie storiche
Era l'organo giudiziario dei rettori della Marca. In un primo tempo era formata da sette giudici, di cui tre dislocati nei presidati di San Lorenzo in Campo [ In provincia di Pesaro e Urbino ] Camerino (per qualche tempo trasferito a Macerata) e nei possedimenti dell'abbazia di Farfa (presso l'attuale Santa Vittoria in Matenano, in provincia di Ascoli Piceno) e quattro presso il rettore; questi ultimi avevano competenza rispettivamente per le cause spirituali, quelle di appello, quelle civili e quelle criminali. I giudici erano assistiti da funzionari minori come i notai, riuniti in apposito collegio, i cursori, i balivi; uno speciale collegio costituivano anche gli avvocati ed i procuratori ammessi a patrocinare presso la curia stessa; questo collegio, detto di S. Caterina, aveva la facoltà di conferire lauree dottorali. Territorialmente la competenza della curia si estendeva a qualsiasi località soggetta alla giurisdizione del legato e sembra che essa sia rimasta invariata anche quando parecchie città si sottrassero alla competenza amministrativa del rettore. Come tutti gli altri uffici dell'amministrazione provinciale della Marca anche la curia ebbe sede, dal sec. XV, in Macerata. Tale organizzazione subì col tempo profonde modifiche: tra queste la più importante fu quella per cui, venuta meno la competenza del rettore per le cause spirituali ed aboliti di fatto i giudici dei presidati, i giudici presso la curia vennero ridotti da quattro a due, con competenza rispettivamente per le cause criminali e di appello e per quelle civili; dal sec. XVI essi assunsero poi il nome di luogotenenti. Particolarmente complessi furono i rapporti della curia con l'altro tribunale pure di appello e pure con competenza regionale, istituito da Sisto V nel 1589 in Macerata: la rota. Si ebbe infatti una serie di conflitti che si trascinò per parecchi decenni senza che si potesse arrivare ad una soluzione definitiva; anche perché gli organi romani insistettero sempre perché la curia conservasse integra la propria competenza anche per quanto riguardava gli appelli. L'occupazione francese delle Marche nel 1808 portò alla definitiva soppressione di questo tribunale
complessi archivistici collegati
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