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 CURIE O CORTI DI PALAZZO

Livello di descrizione: fondo complesso

Nota archivistica
Il materiale, che rappresentava l'" archivio delle scritture vecchie di palazzo ", affidato ai Conservatori ed esecutori delle leggi (14 ag. 1671, senato), , fu ordinato verso la f ne del settecento, quando se ne compilò un inventario - indice antico dei giudiziari, reg. 1 - tenuto aggiornato fino al 1797, non privo tuttavia di sviste e di errori nella stessa identificazione dei pezzi e nella loro attribuzione a fondi e serie, quasi tutte a volte lacunose: oltre agli archivi delle sei curie, del sindico e dei quattro ministeriali, esso descrive in tutto o in parte quelli di altri uffici esercitanti giurisdizione, cioè: Ufficiali al cattaver , Giudici del piovego , Provveditori sopra ospedali e luoghi pii , Scansadori alle spese superflue , Signori di notte al civil , Auditori vecchi . Il Da Mosto ne riproduce integralmente i dati relativi alle curie, sebbene qualche serie sia oggi perduta.
Ciò premesso, si indicano di seguito per le serie proprie di ciascuna curia solo le lacune del periodo iniziale, oltre a segnalare a mero titolo di esempio qualche pezzo sicuramente fuori posto. Il settore andrebbe completamente rivisto, anche per approfondire la conoscenza dei meccanismi procedurali; parecchi dei registri più antichi sono misti e riuniscono ciascuno quaderni riferibili a serie diverse. Materiale di pertinenza delle curie si trova sporadicamente in Notai, Cancelleria inferiore, Notai e Notai, Cancelleria inferiore, Miscellanea notai .

informazioni storico-istituzionali

soggetto produttore
Curie o Corti di palazzo, Venezia
Nota storica
Nel periodo più antico la giurisdizione civile e penale fu esercitata in unica istanza direttamente dal doge, assistito da giudici che rappresentavano, più che un ufficio, un ceto eminente.
A partire forse dal dogado di Sebastiano Ziani (1172-1178) la funzione giudiziaria cominciò ad essere assunta da giudici elettivi e temporanei, mentre dalla primitiva, indeterminata curia ducis si staccavano via via altri tribunali, aventi ciascuno competenza in settori specifici.
Alcune delle dodici curie così formate furono al tempo stesso organi politici e amministrativi; tale lo stesso minor consiglio. Di altre scomparve in pratica ogni documentazione (giudici del men; del contrabbando). si conservano gli archivi di sei curie di palazzo, tribunali civili di prima istanza (uffici pedanei) competenti nell'ambito della città, che avevano esclusivamente funzioni giurisdizionali (giurisdizione sia contenziosa che volontaria) e assicuravano omologazione e pubblicità degli atti giuridici privati. Analoghi uffici troviamo in località del Dogado (Chioggia) e dello stato da mar (Candia), che tendevano a riprodurre l'ordinamento della Dominante. Contro le loro sentenze era ammesso appello alla quarantia, poi alla quarantia civil vecchia, previo esame del giudice intermedio: auditori, poi auditori vecchi e in taluni casi auditori nuovi
Bibliografia
BIBL.: DA MOSTO, I, p. 89. JACOBI BERTALDI, Splendor Venetorum civitatis consuetudinum, a cura di F. SCHUPFER, Bologna 1895, ristampato in Scripta anedocta glossatorum vel glossatorum aetate composila, III, Bononiae 1901, pp. 97-153; M. ROBERTI, Le magistrature giudiziarie... cit., Padova 1906, [poi] Venezia 1909-1911, voll. 3 [pubblica i capitolari più antichi, compresi quelli delle curie il cui archivio è perduto]; E. BESTA, L'ordinamento giudiziario del dogado veneziano fino al 1300, in Scritti storici in onore di G. Monticolo, Venezia 1922, pp. 249-273
Altri strumenti di ricerca:Unità di descrizione omologa all'interno del SiASVe - Sistema informativo dell'Archivio di Stato di Venezia

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