raccoglitore

soggetto produttore
tipo di ente: Organi centrali
Duca di Genova, Torino
contesto storico istituzionale
CONTEA DI SAVOIA (dal sec. XI), poi DUCATO DI SAVOIA (dal 1416), poi DUCATO DI SAVOIA e REGNO DI SICILIA (1713-1718), poi REGNO DI SARDEGNA (dal 1720)
REGNO DI SARDEGNA (1814-1861)
sede
Torino
notizie storiche
Le complesse vicende che portarono alla formazione dell'attuale fondo archivistico presero l'avvio dalle rr. patenti 8 febbr. 1763 [AS TORINO, Camerale, Patenti controllo finanze, reg. 34, c. 167 e seguenti] con le quali il re Carlo Emanuele III stabiliva per il figlio secondogenito Benedetto Maurizio, duca del Chiablese, un appannaggio trasmissibile in perpetuo in linea maschile. Le carte prodotte dalle " aziende " preposte all'amministrazione di questo appannaggio nonché degli appannaggi assegnati successivamente da Vittorio Amedeo III ai suoi quattro figli maschi costituiscono il nucleo originario dell'archivio patrimoniale e familiare dei duchi di Genova, ad essi pervenuto, per trasmissione ereditaria, nel 1849, alla morte della regina Maria Cristina, moglie di Carlo Felice. L'appannaggio Chiablese comprendeva estesi territori dello Stato (tra essi la commenda di Staffarda) sui quali il duca esercitava la totale giurisdizione. Il 9 ag. 1802, il duca stilava il suo testamento nel quale lasciava i beni posseduti alla moglie e nominava erede universale il nipote Carlo Felice, al quale concedeva l'investitura e la giurisdizione dei feudi di Agliè, Bairo ed Ozegna. Benedetto Maurizio morì a Roma, in esilio, nel 1808. Al ritorno della dinastia in Piemonte la duchessa del Chiablese Maria Anna di Savoia rientrò in possesso dei beni allodiali del duca con r. biglietto 25 nov. 1814, e con la convenzione 10 apr. 1818 si giunse alla definizione dell'eredità del duca del Chiablese; il 14 mar. 1823, la duchessa nominava suo erede universale il re Carlo Felice. Si determinava così una connessione tra l'appannaggio del duca del Chiablese e quelli istituiti con rr. patenti 3 giu. 1785 da Vittorio Amedeo III a favore dei suoi quattro figli: Vittorio Emanuele duca d'Aosta Giuseppe Maurizio duca del Monferrato, Carlo Felice duca del Genevese, Giuseppe Placido conte di Moriana. vicende familiari e dinastiche avevano intanto determinato ulteriori accorpamenti tra gli appannaggi concessi ai principi. Salito al trono ed ereditati i beni del duca di Chiablese, Carlo Felice vedeva concentrati così gran parte degli originari appannaggi nelle sue mani. Egli tenne tuttavia separato tale patrimonio dai beni della real casa. Nel suo testamento stilato il 5 mar. 1825 nominava sua erede universale la moglie Maria Cristina di Borbone, infanta delle Due Sicilie, con l'eccezione di alcuni legati e del castello di Agliè che destinò al principe Ferdinando duca di Genova, secondogenito di Carlo Alberto, il quale ne sarebbe entrato in possesso solo alla morte della regina. Con testamento 5 apr. 1834 Maria Cristina istituiva e nominava suo erede universale il principe Ferdinando
complessi archivistici collegati
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