La presidenza delle ripe, magistratura costituitasi tra i secc. XV e XVI succedendo nel la materia all'autorità comunale, aveva attribuzioni amministrative e giudiziarie su tutto ciò che si riferiva ai due porti sul Tevere della città di Roma, Ripagrande e Ripetta.
Per le funzioni giudiziarie vedi
Tribunale delle ripe
. La carica di presidente delle ripe, affidata prima annualmente ad un chierico di Camera, divenne stabile per il motuproprio di Benedetto XIII del 22 mar. 1725. Benedetto XIV conferì al presidente delle ripe il segretariato delle acque urbane, costituendo una unione personale, mentre gli uffici rimanevano distinti. Con il motuproprio di Leone XII sui chierici di Camera del 21 dic. 1828
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Raccolta Stato pontificio, 1831-1833, II, Appendice, p. 337] ad un solo presidente furono affidate le acque, le strade e le ripe; subito dopo però le funzioni amministrative della presidenza delle ripe furono trasferite al tesoriere generale della Camera (al quale era sempre stata riservata la percezione dei diritti doganali sia di Ripa che di Ripetta), nominato pro-presidente delle ripe, e l'ufficio divenne una sezione del tesorierato.
Nel 1847, col motuproprio del 12 giugno
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Raccolta Stato pontificio, 1831-1833, II, Appendice, p. 337] di Pio IX, furono attribuite alla prefettura generale di acque e strade la presidenza delle ripe e le competenze sui porti e i canali marittimi dello Stato, sul Tevere e sui ponti entro e fuori Roma; il tesoriere venne quindi esonerato dalla pro-presidenza delle ripe e cessò di appartenere al suo dicastero la competenza sulla navigazione del Tevere. Con la costituzione dei ministeri, tali competenze furono divise tra quello dei lavori pubblici e quello del commercio.
Le attribuzioni amministrative della presidenza si estendevano dalle ripe e porti e corso del Tevere ai regolamenti in materia di legname e carboni