raccoglitore

soggetto produttore
tipo di ente: Organi centrali
Presidenza della zecca, Roma
contesto storico istituzionale
STATO DELLA CHIESA (SEC. XII-1798 E 1800-1809)
sede
Roma
notizie storiche
E' riunita sotto questo titolo una documentazione che sembra provenire, più che dalla presidenza, dalla zecca di Roma, dalla direzione generale delle zecche e bollo degli ori e argenti, nonché dall'ufficio provinciale della zecca, dopo l'unità. La competenza statale sulle zecche e la battitura delle monete spettava alla Camera, cioè al cardinale camerlengo e per lui al suo tesoriere, la cui giurisdizione sulla materia aumentò sempre più. Già alla metà del sec. XVI troviamo un chierico di Camera presidente delle zecche; nel sec. XVII esisteva una congregazione cardinalizia per le zecche, presieduta da un cardinale [ G. MORONI, op.cit., ad vocem; G. LUNADORO, op.cit., p. 42] La carica di presidente delle zecche era annuale, spesso confermata per più anni. Il presidente aveva funzioni legislative e amministrative ma per lo più la sua attività sembra esaurirsi nel presiedere al saggio delle sole monete coniate dalla zecca di Roma, a vantaggio della giurisdizione del tesoriere generale. Le monete pontificie erano battute in due zecche, l'una a Roma, più importante e specie nel sec. XIX meglio attrezzata [ La soprintendenza o direzione della zecca di Roma, che in certi periodi venne attribuita al presidente delle zecche, nel 1749 fu affidata da Benedetto XIV a Giacomo Mazio, e ai Mazio tale carica rimase anche nel sec. XIX. Al 1870 un Giuseppe Mazio era direttore generale delle zecche] l'altra a Bologna. La legalità delle monete coniate veniva attestata con rogito di un notaio cancelliere e segretario della Camera apostolica a Roma e del notaio camerale a Bologna. Durante il periodo francese, nel 1810, fu istituito l'ufficio della bollazione delle manifatture d'oro e d'argento, per la verifica del titolo dei metalli preziosi. L'ufficio fu in pratica mantenuto alla restaurazione da Pio VII che nel 1815 istituì la garanzia del bollo per le manifatture d'oro e d'argento: due consoli del collegio degli orefici e argentieri assistevano alla coniazione delle monete d'oro e d'argento nella zecca, verificando la purezza dei metalli con giuramento e atto notarile. Durante il pontificato di Leone XII (1824) fu aperto il gabinetto numismatico della zecca di Roma che lavorava anche per conto terzi nel coniare medaglie. Lo stesso Leone XII, col motuproprio 21 dic. 1828 [ Raccolta Stato Pontificio, 1831-1833, II, Appendice, p. 337] sulle presidenze dei chierici di Camera, confermò la presidenza delle zecche e ad essa unì l'ufficio di garanzia degli ori e argenti. Con chirografo 14 genn. 1829 conferì la presidenza al decano dei chierici di Camera al quale però, morto il pontefice, fu in realtà impedito l'esercizio della carica, esercitando ormai la piena autorità sulla zecca il tesoriere generale. Successivamente, tuttavia, furono nominati altri presidenti delle zecche e degli uffici del bollo degli ori e argenti. Nel 1836 [ Ibid., 1836, II, p. 302] (15 dicembre)una delle cinque amministrazioni parziali del tesorierato istituite per amministrare rami di finanza fino ad allora regolati per mezzo della computisteria, e precisamente la terza, fu intitolata " della cartiera, stamperia e calcografia camerale, delle zecche di Roma e Bologna, dell'armeria, delle polveriere e degli stabilimenti di cotonina e simili ". Pio IX con motuproprio 29 dic. 1847 [ Raccolta Stato pontificio, 1846-1847, p. 335] pose le zecche e il bollo degli ori e argenti alle dipendenze del nuovo ministero delle finanze; cessò quindi la presidenza del chierico di Camera; dal 1850 [ Ibid., 1850, parte II, p. 103] (editto 10 settembre) quella delle zecche e bollo ori fu una direzione generale del ministero delle finanze. Di fatto, l'ufficio del bollo di garanzia sulle manifatture d'oro e d'argento fu sottoposto alla direzione generale solo dal 1857. Dalla direzione generale dipendevano la zecca di Roma, la zecca di Bologna, l'ufficio centrale del bollo di Roma e undici uffici provinciali del bollo (con sede a Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna, Urbino, Jesi, Macerata, Perugia, Spoleto, Viterbo e Frosinone). Dopo l'unità un decreto del luogotenente generale del re per Roma e le province romane Del 28 ott. 1870 soppresse la direzione generale pontificia delle zecche e del bollo, ori e argenti e pose alle immediate dipendenze del consigliere per le finanze lo stabilimento della zecca di Roma. L'ufficio del bollo per le manifatture d'oro e argento fu invece posto alle dipendenze dell'amministrazione dei lavori pubblici, agricoltura e commercio (decreto luogotenenziale 12 ott. 1870) [ Neri Scerni ha utilizzato la documentazione della zecca in varie monografie pubblicate nell'ultimo ventennio dalle riviste Soldi, Rivista italiana di numismatica, Bollettino numismatico, Italia numismatica. Questo archivio è stato anche utilizzato nell'opera: S. PINCHERA, Monete e zecche nello Stato pontificio dalla restaurazione al 1870, in Archivio economico dell'unificazione italiana, V (1957), fasc. 5, pp.1-35]
soggetto produttore sovraordinato
Congregazioni sistine e presidenze, Roma
complessi archivistici collegati
Presidenza della zecca  (1749-1870, con docc. fino al 1881) [ARCHIVIO DI STATO DI ROMA]
vai sul padreprecedenteprossimovai al primo figlio
vai