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 Estimi

Livello di descrizione: fondo
Consistenza:  voll., regg. e bb. 2.892
Estremi cronologici:  (1418-1819)
Mezzi di corredo:  Inventario

Nota archivistica
Il fondo, in ordine cronologico, è ripartito in diverse serie sulla base delle principali rinnovazioni d'estimo

informazioni storico-istituzionali

soggetto produttore
Estimi di Padova
II Compartimento: ex-Regno lombardo-veneto
Nota storica
L'estimo, che in epoca carrarese era suddiviso nei due corpi, città e territorio, durante la dominazione veneta (decreto del consiglio di Padova 6 mag. 1424) venne a gravare anche su un terzo corpo, il clero, ovvero su tutti i beni posseduti in Padova e nel Padovano dalle chiese e dagli ecclesiastici secolari e regolari. Pertanto la quota di tassazione, stabilita globalmente a Venezia per ciascuna città della terraferma e suo territorio, veniva poi ripartita localmente sui tre corpi predetti, ai quali spettava infine la distribuzione e la esazione dei tributi sopra i relativi estimati.
L'estimo, che si basava sul sistema della notifica (o polizza) da parte del proprietario, aveva per oggetto ogni sorta di beni e di redditi (beni mobili, immobili, mercanzie, livelli, soccide e altro). Tutti i dati forniti venivano esaminati dai cosiddetti estimatori che stabilivano la relativa imposizione. Fulcro del sistema di notifica e di tassazione non era però il bene bensì la persona con il suo patrimonio. L'esigenza di riformare l'estimo fu avvertita varie volte dal senato veneziano il quale, dopo diverse innovazioni, che non servirono però a eliminare vistose evasioni soprattutto da parte dei contribuenti extraurbani nonché grosse ingiustizie a danno dei contribuenti meno abbienti, si vide costretto a sopprimere (con decreto del 30 genn. 1789) i tre corpi e a concentrare l'esazione di tutte le imposte nella camera fiscale. Stabilito l'impianto dell'estimo, quest'ultimo fu diviso in due classi: la classe dei padovani, con piena gravezza, e quella dei veneziani e degli ecclesiastici soggetti solamente ad alcune gravezze (vedi appendice all'estimo 1668 ).
Dopo la caduta della repubblica e la breve parentesi del governo democratico - che abolì tutte le esenzioni fiscali e indisse la presentazione di nuove polizze cosiddette democratiche - durante la prima dominazione austriaca (1798-1806) fu avvertita nuovamente l'esigenza di un riordinamento del censo e dei tributi secondo lo schema catastale già in vigore nelle regioni della monarchia austriaca. Non si arrivò tuttavia ad alcun risultato concreto se non durante il periodo napoleonico
Bibliografia
BIBL.: P. SAVIOLO, Compendio delle origini et relazione degli estimi della città di Padova, Padova 1667; L. BRIGUGLIO, Estimi padovani nell'Archivio di Stato di Padova, in RAS, XXI (1961), pp.89-108.

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