raccoglitore

soggetto produttore
tipo di ente: Organi centrali
Economato generale dei benefici vacanti, Torino
contesto storico istituzionale
CONTEA DI SAVOIA (dal sec. XI), poi DUCATO DI SAVOIA (dal 1416), poi DUCATO DI SAVOIA e REGNO DI SICILIA (1713-1718), poi REGNO DI SARDEGNA (dal 1720)
REGNO DI SARDEGNA (1814-1861)
sede
Torino
notizie storiche
Il fondo risulta dalla confluenza di documentazione formatasi in un lungo arco temporale in relazione a competenze precedentemente gestite dalla camera dei conti e dal 1733 affidate all'economato dei benefici vacanti. La materia beneficiaria, oggetto di numerose controversie con la Santa Sede, fu regolata negli Stati sabaudi da una serie di bolle e brevi papali e concordati stipulati tra i Savoia e lo Stato pontificio. Con bolla 10 genn. 1452 papa Niccolò V concedeva al duca Ludovico e ai suoi successori di nominare come titolare dei benefici resisi vacanti esclusivamente soggetti di fiducia del sovrano [ Ibid., t.1, vol. 1, pp. 483-485] Tale indulto fu confermato nel tempo [ Duboin, t. I, vol. 1, pp. 489-494, 532-533, 614-616] Con il " concordato sugli spogli e vacanti de' benefizi " del 24 giu. 1750 [ Ibid., pp. 777-779] seguito ai due precedenti del 29 mag. 1727 [ Ibid., pp. 616-617] e del 5 genn. 1741 [ Ibid., pp. 718-721] lo Stato pontificio rinunciava al diritto di spoglio, sino allora esercitato su vescovati e abbazie ed altri benefici compresi nell'indulto di Niccolò V, ai frutti dei benefici minori di libera collazione resisi vacanti ed infine al diritto di riscuotere gli inesatti alla morte di qualunque vescovo, abate o altro beneficiario. Di contro lo Stato sabaudo si impegnava ad impiegare sui Monti della città di Torino a favore della Camera apostolica un capitale che fruttasse l'annua rendita di 1500 scudi romani. Originariamente sottoposta al diretto controllo della Camera dei conti [ Regole camerali emanate da Carlo III il 19 sett. 1522, nn. 14-15, in Editti antichi e nuovi, p. 450; Editto di Sua Altezza che attribuisce e dichiara l'autorità e giurisdizione alla Camera de' Conti, [...] emanato da Emanuele Filiberto il 16 ott. 1560, ibid., p. 457; Edict de Madame Royale touchant l'exercise de la jurisdiction de la Chambre des Comptes e des officiers, n. 6, in Duboin, t. III, parte II, vol. 4, p. 574] l'amministrazione dei benefici vacanti ebbe una prima organica regolamentazione con r. viglietto 21 mag. 1733 [ AS TORINO, Camerale, art. 692, parag. 1, Regi viglietti, reg. 1730 in 1733, n. 44, f. 198 e seguenti] con il quale fu disposto lo stabilimento di un conservatore generale dei benefici vacanti e di un economo a questi sottoposto. Conservatore ed economo ebbero competenze e compiti precisi per quanto riguardava l'esazione dei redditi, le disposizioni per lavori e riparazioni alle fabbriche e la spedizione dei mandati per i pagamenti. Una successiva " Istruzione regia all'Economo Generale dei benefizi vacanti " del 13 sett. 1771 [ Duboin, t. I, vol. I, pp. 829-833] confermando sostanzialmente le competenze espresse dal regio viglietto del 1733, analizzava le procedure da seguirsi in occasione della riduzione a mano regia di un beneficio resosi vacante e, viceversa, della immissione in possesso, una volta avvenuta la nomina del titolare. L'istruzione ribadiva inoltre che l'economato esercitava la propria " regalia " solo sui benefici di regia nomina e patronato degli antichi Stati, mentre nelle province di nuovo acquisto si estendeva anche ai benefici di collazione ordinaria. Durante la dominazione francese l'istituto non subì sostanziali modifiche, come si può evincere dal decreto emanato dalla commissione esecutiva del Piemonte in data 7 germile dell'anno 9 repubblicano (28 mar. 1801) [ AS TORINO, Finanze, Governo francese, mazzo 130: Decreti della commissione esecutiva del Piemonte dalli 10 per tutto li 30 ventoso anno 9 repubblicano e dal primo per tutto il germile anno 9 repubblicano dal primo per tutto li 31 mar. 1801, f. 200] L'amministrazione dei benefici vacanti, ormai svincolata dal rispetto dei concordati stipulati in passato con la Santa Sede, continuava però ad essere gestita dall'economo generale in base all'istruzione del 13 sett. 1771. Con il rientro dei Savoia nel loro Stato, dopo una provvisoria amministrazione a cura delle finanze, il biglietto 28 ott. 1815 restituiva all'economato le proprie competenze e prerogative in materia di benefici vacanti [ Ibid., Controllo, Biglietti, reg. 1, f. 116] Fu creata inoltre in data 9 apr. 1816 una delegazione composta dal primo presidente del senato, da due senatori e da due collaterali alla quale fu affidato il compito di conoscere e giudicare in merito a liti sorte a qualsiasi titolo nella gestione dei benefici vacanti e dei beni delle corporazioni religiose soppresse [ Ibid., Controllo, Giudici e Delegazioni, reg. 1815 in 1816, n. 2, f. 295.] Gli editti 11 dic. 1838 e 30 ott. 1847 [ Ibid., Controllo, Editti, reg. 1838 in 1841 n. 1, f. 90 r.; Collezione celerifera, p. 625.] abolirono tale giurisdizione privilegiata affidando la cognizione delle cause relative ai benefici vacanti ai tribunali ordinari. Provvedimento fortemente innovativo fu quello con il quale l'economato generale passò alle dipendenze del ministero per gli affari ecclesiastici, di grazia e giustizia [ Ibid., Controllo, Decreti amministrativi, reg. 1852, n. 20, f. 176.] Con l'unità la legislazione dello stato sabaudo in materia beneficiaria si estese all'intero territorio nazionale e furono istituiti ovunque economati e subeconomati di benefizi vacanti alle dipendenze del ministero di grazia, giustizia e culti. L'istituzione, così definita, gestiva direttamente il patrimonio beneficiario in epoca di vacanza dando vita pertanto a una documentazione che presenta analogia con quella prodotta dall'ente nel momento in cui il beneficio è provvisto. L'analogia è esaltata inoltre dall'acquisizione da parte dell'economato dei titoli utili all'esercizio della sua regalia. A questi atti si contrappone la documentazione prodotta dall'ufficio quale apparato burocratico istituzionale per la gestione della politica generale di cui l'ufficio era titolare
profilo istituzionale
Subeconomato dei benefici vacanti
complessi archivistici collegati
Economato generale dei benefici vacanti di Torino  (1733-1874, con docc. in copia dal 951) [ARCHIVIO DI STATO DI TORINO]
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