raccoglitore

Occupazione francese nel Ducato di Milano (1796-1797), poi Repubblica cisalpina (6 giu. 1797-26 apr. 1799), poi Restaurazione austriaca (1799-1800), poi Repubblica cisalpina (4 giu. 1800-26 gen. 1802), poi Repubblica italiana (26 gen. 1802-19 mar. 1805)
notizie storiche
a) Occupazione francese nel Ducato di Milano (21 mag. 1796-29 giu. 1797), poi Repubblica cisalpina (29 giu. 1797-26 apr. 1799)
 9-21 mag. 1796:  il commissario imperiale e ministro plenipotenziario per la Lombardia, prima di lasciare Milano, istituisce una Giunta interinale di governo (9-21 maggio 1796) che opera fino all’entrata dei francesi a Milano
 21 mag. 1796-29 giu. 1797:  Napoleone, entrato in Milano il 21 maggio, dichiara l’annessione dei territori alla Repubblica francese, istituendo al posto delle magistrature disciolte l’Agenzia militare come organo supremo di governo, ma dipendente dal comandante delle truppe francesi di stanza in Lombardia e preposta soprattutto all’esazione delle contribuzioni di guerra e alla loro ripartizione e alla riscossione delle imposte; unico precedente organismo provvisoriamente conservato è la Congregazione di stato; a livello locale viene istituita una Municipalità di sedici membri e un sindaco, posta sotto la presidenza del comandante di Piazza, che secondo le intenzioni del Bonaparte deve avere compiti amministrativi, mentre di fatto assume un ruolo politico; a fine agosto viene soppressa l’Agenzia militare e, venuta meno anche la Congregazione di stato, viene istituita l’Amministrazione generale per la Lombardia (o Congregazione dello Stato o Congresso dello Stato) che in pochi mesi assume tutte le competenze politiche e civili, mentre la Municipalità viene ricondotta ai compiti amministrativi; l’Amministrazione generale per la Lombardia, che rappresenta tutte le province lombarde, assume il peso di tutte le rendite e imposte, impegnandosi a versare ogni mese la somma di un milione di lire all’armata d’Italia per il fabbisogno dell’esercito francese, e nei limiti di una intesa con il comandante militare francese in Lombardia opera come un vero e proprio governo provvisorio; il 27 set. 1796 l’Amministrazione generale della Lombardia lancia un concorso per stabilire quale dei governi liberi meglio si addica alla felicità d’Italia; nel profondo contrasto tra una visione liberale e regionale e una democratica e nazionale, prevale la prima che si conforma all’iniziativa politica della Francia direttoriale
 29 giu. 1797-26 apr. 1799:  il 29 giugno viene proclamata la Repubblica cisalpina, la cui costituzione è approvata l’8 luglio seguente; vengono istituiti a Milano un Direttorio esecutivo con potere di nomina e revoca dei ministri, i ministeri degli esteri, di polizia (poi unito a quello della giustizia), di finanza, di giustizia, della guerra, dell’interno; in attesa della nomina del Corpo legislativo, che verrà istituito il 9 novembre 1797 (con membri nominati da Bonaparte su liste presentate dai Comitati), le relative funzioni vengono affidate a quattro Comitati consulenti; con il trattato di Campoformio (19 ott. 1797) la Repubblica cisalpina ottiene il riconoscimento come “potenza indipendente” dall’Austria; l’ordinamento territoriale prevede l’istituzione di undici dipartimenti che includono oltre ai territori lombardi anche Modena, Reggio e Massa, entrate subito a far parte della Repubblica cisalpina; altri cinque dipartimenti vengono istituiti il 27 luglio 1797, quando le altre città della Repubblica cispadana confluiscono nella Repubblica cisalpina; altri quattro, infine, dopo l’acquisizione di Mantova e, a seguito del trattato di Campoformio, di Bergamo, Brescia e territori del Veronese; successivamente entrano a far parte della Repubblica cisalpina la Valtellina con le contee di Chiavenna e Bormio, già appartenenti alla Svizzera, e Pesaro (dic. 1797), già appartenente allo Stato della Chiesa, come capoluogo di distretto nel dipartimento del Rubicone; il 1° set. 1798 viene approvata una nuova costituzione elaborata dall’ambasciatore Trouvé che non introduce particolari modifiche nelle istituzioni ma, anche se formalmente ispirata alla costituzione francese dell’anno III, ne ha abbandonato le istanze più democratiche e introduce notevoli limitazioni attraverso una regolamentazione minuziosa; a seguito della riforma del Trouvé i dipartimenti vengono ridotti a undici

9 luglio 1797:
1. dipartimento dell’Adda, Lodi e Crema, alternativamente
2. dipartimento dell’Adda e Oglio, capoluogo da fissarsi
3. dipartimento delle Alpi Apuane, Massa
4. dipartimento dell’Alto Po, Cremona
5. dipartimento del Crostolo, Reggio
6. dipartimento del Lario, Como
7. dipartimento della Montagna, Lecco
8. dipartimento dell’Olona, Milano
9. dipartimento del Panaro, Modena
10. dipartimento del Ticino, Pavia
11. dipartimento del Verbano, Varese

27 luglio 1797:
12. dipartimento dell’Alta Padusa, Cento
13. dipartimento del Basso Po, Ferrara
14. dipartimento del Reno, Bologna
15. dipartimento del Rubicone, Rimini
16. dipartimento del Lamone, Faenza

3 novembre 1797:
17. dipartimento del Serio, Bergamo
18. dipartimento del Mella, Brescia
19. dipartimento del Benaco, Desenzano (Desenzano sul Garda) con territori del Mantovano, del Bresciano e del Veronese
20. dipartimento del Mincio, Mantova (parte dei suoi territori passano ai dipartimenti dell’Alto Po e del Benaco)

5 settembre 1798, i venti dipartimenti sono ridotti a undici:
1. dipartimento dell’Olona, Milano
2. dipartimento dell’Adda e Oglio, Como
3. dipartimento dell’Alto Po, Cremona
4. dipartimento del Basso Po, Ferrara
5. dipartimento del Crostolo, Reggio (include Massa)
6. dipartimento del Mella, Brescia
7. dipartimento del Mincio, Mantova
8. dipartimento del Panaro, Modena
9. dipartimento del Reno, Bologna
10. dipartimento del Rubicone, Forlì
11. dipartimento del Serio, Bergamo
b) Occupazione austro-russa (1799-1800)
 1799-1800:  l’assenza di Napoleone dall’Italia, impegnato dall’estate 1798 nella spedizione in Egitto, favorisce la costituzione della seconda coalizione antifrancese (Austria, Inghilterra, Russia, Prussia, Svezia, Regno di Napoli e Turchi); nel corso del 1799 le forze della coalizione fanno crollare tutte le repubbliche democratiche sorte nella penisola, tranne quella di Genova; nell’ott. 1799 Napoleone torna in Francia e, con il colpo di Stato del 18 brumaio (9 nov. 1799) il governo francese viene affidato a tre consoli, uno dei quali è Napoleone; nella primavera del 1800 Napoleone riprende la guida delle truppe francesi in Italia, riportando una vittoria decisiva a Marengo (14 giu. 1800) da cui riprende l’espansione in Italia
 28 apr. 1799-2 giu. 1800:  con l’entrata delle truppe austro-russe a Milano il Direttorio fugge in Francia; vengono istituite una Commissione imperiale e una Reggenza provvisoria; nell’aprile 1799 le truppe austro-russe assediano Mantova che il 28 luglio è abbandonata dai francesi; dopo la battaglia di Marengo i francesi riconquistano parte del territorio mantovano, mentre la città resta agli austriaci fino alla pace di Lunéville (9 feb. 1801)
 12 mag. 1799-25 giu. 1800:  a Modena e a Reggio, a seguito dell’occupazione austro-russa, si cerca di ricostituire lo Stato precedente con l’istituzione di una Reggenza imperiale che dura fino al ritorno dei francesi, quando Modena entra nuovamente nella Repubblica cisalpina
 7 giu. 1799-23 set. 1801:  a Pesaro scoppia una rivolta sostenuta dalla flotta austriaca che porta alla cacciata delle truppe cisalpine; viene instaurato un governo provvisorio austriaco e il 27 giugno 1799 la città viene restituita dall’Austria al papa; dopo la battaglia di Marengo i francesi rientrano nella città il 20 luglio 1800, ma il successivo 6 agosto torna il delegato apostolico; il governo repubblicano viene di nuovo ripristinato il 18 agosto e dura fino al ritorno degli austriaci il 6 dicembre che sopprimono la municipalità; il 25 gennaio 1801 i francesi riprendono la città e vi rimangono fino al 23 settembre quando la città viene definitivamente restituita allo Stato della Chiesa
 30 giu. 1799-giu. 1800:  le truppe austro-russe entrano a Bologna il 30 giu. 1799 e vi istituiscono una Reggenza provvisoria che dura fino al ritorno dei francesi nel giugno 1800
c) Repubblica cisalpina (4 giugno 1800-26 gennaio 1802)
 2 giu. 1800-26 gen. 1802:  Napoleone, dopo aver consolidato in Francia il regime consolare, scende in Italia ed entra a Milano, il 2 giugno, senza colpo ferire; a seguito della vittoria decisiva di Marengo (14 giugno 1800) sugli austriaci, Napoleone libera la Lombardia e l’Emilia Romagna ricostituendo la Repubblica cisalpina, accresciuta dei territori sulla riva sinistra della Sesia, Novara (7 set. 1800) e, a seguito della pace di Luneville (9 feb. 1801), di metà del Veronese e del Polesine di Rovigo, oltre alla riconquista della città di Mantova rimasta agli austriaci, mentre il territorio mantovano era stato riconquistato dopo la battaglia di Marengo; a livello territoriale viene mantenuta l’organizzazione in undici dipartimenti, cui si aggiunge quello dell’Agogna con capoluogo Novara; il governo della Repubblica è affidato a una Commissione straordinaria di governo, con poteri esecutivi, cui si affianca un Comitato di governo; sono preposti ai rispettivi dipartimenti il ministro dell’interno e quello della giustizia; in luogo dell’ambasciatore francese c’è un proconsole con poteri molto ampi; il potere legislativo è affidato ad una Consulta legislativa di cinquanta membri, con l’incarico di preparare un progetto di costituzione, il cui processo di elaborazione sarà particolarmente travagliato (progetto del Governo provvisorio dell’agosto 1800, schemi tracciati da Roederer, presidente di sezione del Consiglio di Stato francese, progetto approvato dalla Consulta di stato nell’ottobre 1801 e letto ai delegati nei comizi di Lione); il 14 ott. 1801 Napoleone ordina che venga convocata a Lione una Consulta straordinaria cisalpina con 500 delegati che debbono riunirsi l’11 novembre per avallare, in sostanza, il testo costituzionale già discusso e approvato dalla Consulta e dal Comitato di governo di Milano e che, invece, porta alla proposta di molti emendamenti da parte dei delegati
d) Repubblica italiana (26 gen. 1802-19 mar. 1805)
 26 gen. 1802:  viene proclamata la Repubblica italiana, nel corso dell’assemblea della Consulta straordinaria presieduta da Napoleone che ne assume la presidenza; vicepresidente è Francesco Melzi d’Eril; il testo costituzionale, trasformato nel tempo in senso più autoritario e accentratore, è per Napoleone uno strumento di potere che ricalca le linee della costituzione francese dell’anno VIII: prevalenza del potere esecutivo sul potere legislativo e riconoscimento della religione cattolica come religione di Stato; vengono istituiti i Collegi dei possidenti, dei dotti e dei commercianti su base censitaria e corporativa dal cui seno viene tratta una commissione detta Censura che procede all’elezione dei candidati agli impieghi costituzionali su liste preparate dai tre collegi con poteri di alta corte di accusa e di tribunale censorio per i pubblici funzionari; i Collegi nominano anche la Consulta di stato, di otto membri, con competenza soprattutto sui trattati internazionali; il Corpo legislativo è composto di 75 membri nominati dai Collegi e nel suo seno è nominata la Camera degli oratori cui vengono comunicati i progetti di legge trasmessi dal governo; il potere è concentrato nel presidente della Repubblica cui spettano l’iniziativa di tutte le leggi, tutte le negoziazioni diplomatiche e l’esercizio esclusivo del potere esecutivo attraverso i ministri da lui nominati e revocati, preposti alla Segreteria di stato, all’interno, al culto, alle finanze; il presidente nomina altresì il vicepresidente, gli agenti civili e diplomatici, il Consiglio legislativo cui spetta un voto deliberativo sui progetti di legge del presidente, i capi dell’armata e dei generali e la presidenza della Consulta di stato; a livello territoriale viene mantenuta l’organizzazione per dipartimenti, ma con l’introduzione del prefetto (decreti 7 mag. 1802 e 24 lug. 1802) questi perdono l’ampia autonomia di circoscrizioni provinciali del triennio rivoluzionario per diventare circoscrizioni amministrative del governo sotto il costante controllo del potere esecutivo centrale; il prefetto è affiancato da due luogotenenti, per gli affari amministrativi e per gli affari di polizia e contenzioso, e dal Consiglio di prefettura; vi è inoltre un Consiglio dipartimentale (non esistente in Francia) per il riparto delle imposte nazionali e dipartimentali, composto di 21 cittadini scelti da una deputazione di possidenti (di nomina governativa; viene introdotto il circondario, presieduto dal viceprefetto, non coincidente con il distretto, ove opera un cancelliere e un consiglio distrettuale; i comuni, con circoscrizioni territoriali legate a interessi locali o ad antichi confini, dipendono dall’autorità prefettizia e sono divisi in tre classi, in base alla popolazione, cui corrispondono municipalità costituite da un diverso numero di membri, mentre organo deliberante è il consiglio comunale

legge 15 mag. 1801:
1. dipartimento dell’Agogna, Novara (include anche Varallo e Intra)
2. dipartimento dell’Alto Po, Cremona
3. dipartimento del Basso Po, Ferrara (dal 1801 include anche il Polesine di Rovigo)
4. dipartimento del Crostolo, Reggio (include Massa-Carrara)
5. dipartimento del Lario, Como (include Varese, Sondrio e Valtellina)
6. dipartimento del Mella, Brescia
7. dipartimento del Mincio, Mantova (1801-1803: include una parte della città di Verona) - circondario dell’Adige, Verona (dal 1803, sostanzialmente autonomo dal dipartimento del Mincio)
8. dipartimento dell’Olona, Milano (include Pavia)
9. dipartimento del Panaro, Modena
10. dipartimento del Reno, Bologna
11. dipartimento del Rubicone, Forlì (include tutta la Romagna e Pesaro)
12. dipartimento del Serio, Bergamo

soggetti produttori (per documentazione di questo periodo la ricerca può essere estesa a soggetti produttori del periodo precedente)

Giunta interinale austriaca

Occupazione francese nel Ducato di Milano

Organi centrali della Repubblica cisalpina (1797-1799)

Organi della restaurazione austro-russa

Organi centrali della Repubblica cisalpina (1800-1802) poi Repubblica italiana (1802-1805)

Uffici periferici

 
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